Il Rispetto nella Gestione della Selvaggina: Fondamenti per una Caccia Etica e Responsabile

Published On: 6 Gennaio 2025
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La caccia, che sia un drive all’inglese o una mattinata con il cane da ferma, è un’attività che affonda le sue radici in una lunga tradizione culturale e sportiva.

Tuttavia, il trattamento della selvaggina non è solo una questione pratica o di etichetta, ma anche un riflesso dei valori etici e del rispetto per la fauna selvatica. Ogni animale abbattuto merita di essere gestito con cura e dignità, non solo come trofeo, ma anche come simbolo del legame tra l’uomo e la natura.

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Questo riguarda sia il cacciatore, che il guardiacaccia o l’accompagnatore e anche il gestore della riserva di caccia.

Quando si abbattono numeri elevati di volatili, come per esempio nelle battute all’inglese, il trattamento della selvaggina ne risente inevitabilmente. In giornate con carnieri elevati, diventa difficile prendersi cura adeguatamente di ogni singolo uccello, disporli correttamente sul dorso o appenderli al lo stand della selvaggina. Non è infrequente partecipare a battute con 400 fagiani e pernici abbattute, ma non sempre l’organizzazione si dimostra preparata a gestire tale quantità. Gli uccelli sovente vengono ammucchiati senza alcun ordine o cura. La decisione di un cacciatore responsabile dovrebbe essere quella di evitare queste riserve di caccia.

La “Guide to Good Game Handling” (Guida per una corretta gestione della selvaggina), un supplemento al Code of Good Shooting Practice, ela borato dall’Associazione Guardiacacci inglesi (NGO), offre consigli preziosi su come trattare i selvatici abbattuti. Sebbene per i raccoglitori esperti non ci siano molte novità, rileggerele regole non fa mai male a chiunque manipoli la selvaggina durante una battuta di caccia.

La guida sottolinea che “il processo di buona gestione della selvaggina inizia non appena l’uccello abbattuto è nelle mani”. Tuttavia, si potrebbe dire che comincia già nel momento in cui viene recuperato.

Il rispetto per la selvaggina: una lezione dai paesi continentali

In Germania, come in molti altri Paesi europei, la selvaggina viene trattata con grande rispetto, seguendo tradizioni che valorizzano l’attenzione e la cura anche dopo la caccia. Purtroppo, in Italia questo approccio non è sempre condiviso. È comune osservare cacciatori e raccoglitori maneggiare gli animali abbattuti con poca considerazione, gettandoli a terra come se, una volta morti, non meritassero più alcun riguardo. Questo atteggiamento denota spesso una mancanza di rispetto per la preda e dà l’impressione che, per alcuni, trattare la selvaggina in modo brusco sia una sorta di dimostrazione di forza o di superiorità.

I consigli dell’associazione dei Guardiacaccia inglesi

La gestione corretta inizia nel momento in cui l’animale abbattuto viene raccolto. I partecipanti alla battuta, inclusi cacciatori e raccoglitori, dovrebbero trasportare la selvaggina in contenitori aperti, come carrier per selvaggina, che facilitano il raffreddamento, piuttosto che in borse chiuse.

La selvaggina lasciata nei punti di raccolta deve essere protetta dalla contaminazione di animali o parassiti e disposta in modo da incoraggiare il raffreddamento rapido. Per esempio, gli uccelli dovrebbero essere disposti individualmente, con il dorso rivolto verso l’alto, evitando di ammucchiarli, poiché ciò accelererebbe il deterioramento. Gli animali danneggiati o inadatti al consumo devono essere separati da quelli idonei.

Durante il trasferimento della selvaggina verso una struttura di stoccaggio, è importante utilizzare un carrello o un’area dedicata del veicolo, disponendo gli uccelli in modo da consentire una buona circolazione dell’aria. Gli uccelli abbattuti dovrebbero essere trasportati al locale di conservazione della riserva di caccia a intervalli regolari durante la giornata.

Le condizioni meteorologiche possono influire significativamente sui metodi di gestione. In giornate calde, il raffreddamento deve avvenire rapidamente con una buona ventilazione o brezza. Nei giorni più freschi, il processo può essere meno impegnativo, ma è comunque fondamentale mantenere una gestione attenta.

Cosa Fare per una Corretta Gestione della Selvaggina

La cura della selvaggina inizia dal momento in cui l’animale viene abbattuto e prosegue fino alla sua destinazione finale, sia essa la cucina o il freezer. Questo processo implica una serie di pratiche fondamentali:

Raccolta Attenta: Ogni uccello abbattuto deve essere raccolto con rispetto, evitando di gettarlo a terra in modo disordinato. Disporre gli uccelli con cura, sul dorso o su supporti adeguati, aiuta a preservare la qualità della carne e favorisce un raffreddamento rapido.

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Uso del “Priest”: Il priest, una piccola mazza realizzata spesso in corno di cervo o legno, è uno strumento essenziale per dare all’animale ferito il colpo di grazia in modo rapido e umano. L’uso corretto di questo strumento garantisce che l’animale non soffra inutilmente e che venga trattato con dignità. Ogni cacciatore e raccoglitore dovrebbe portare con sé un priest e saperlo utilizzare in maniera efficace.

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Trasporto Idoneo: La selvaggina dovrebbe essere trasportata in supporti aperti o su griglie, piuttosto che in borse chiuse, per favorire la ventilazione e il raffreddamento. Questo è particolarmente importante durante le giornate calde o in presenza di numerosi animali abbattuti.

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Protezione da Contaminazioni: Nei punti di raccolta, gli animali devono essere protetti da contaminazioni causate da altri animali, insetti o sporco. Disporli in modo ordinato e non ammassarli evita che si deteriorino rapidamente.

L’Importanza del Cane da Riporto

Nella caccia con il cane, il ruolo di un cane ben addestrato è fondamentale per il recupero della selvaggina. Un cane con una bocca morbida è in grado di trattenere l’animale senza danneggiarlo, preservando l’integrità della carne. Tuttavia, anche i migliori cani possono a volte lasciare segni di denti; è compito del cacciatore monitorare e, se necessario, correggere questo comportamento.

Un cane addestrato non solo facilita il recupero degli animali, ma rappresenta anche un compagno indispensabile per mantenere alti gli standard etici della caccia.

Cosa NON Fare: Errori Comuni da Evitare

Un comportamento irresponsabile o negligente può non solo compromettere la qualità della carne, ma anche danneggiare la reputazione della caccia come attività rispettosa e sostenibile. Ecco alcune pratiche da evitare assolutamente:

Gettare gli Animali a Terra: Questo è uno degli errori più comuni e meno rispettosi. La selvaggina non è un oggetto, e trattarla con negligenza è una mancanza di rispetto per l’animale e per la tradizione venatoria.

Non Utilizzare il Priest: Lasciare un animale ferito in sofferenza è inaccettabile. Non sapere come utilizzare il priest o rifiutarsi di portarlo con sé è una violazione dei principi etici fondamentali della caccia.

Ammassare gli Animali: Disporre la selvaggina in mucchi può accelerarne il deterioramento, soprattutto in giornate calde. Questo non solo compromette la qualità della carne, ma dimostra anche una gestione poco curata.

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Utilizzare Cani Non Addestrati: Cani con una bocca dura possono danneggiare gli animali recuperati, mentre un cane mal addestrato può causare stress agli uccelli non ancora abbattuti, compromettendo l’intera esperienza.

Ignorare le Regole di Sicurezza: La gestione della selvaggina non riguarda solo il rispetto per l’animale, ma anche la sicurezza di chi partecipa. È fondamentale rispettare le distanze e i limiti di fuoco per evitare incidenti.

L’Etica della Caccia: Un Impegno Condiviso

Ogni cacciatore e raccoglitore ha la responsabilità di mantenere alti standard nella gestione della selvaggina. Questo non è solo un obbligo morale, ma anche un modo per onorare la tradizione venatoria e per garantire che la caccia sia vista come un’attività rispettosa e sostenibile.

La selvaggina, che sia un fagiano, una pernice o un cervo, rappresenta molto più di un trofeo. È il simbolo di una tradizione antica, di un rapporto profondo tra l’uomo e la natura. Trattare ogni animale con cura e rispetto è un segno di onore, che ogni cacciatore dovrebbe portare avanti con orgoglio.

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