L’Avventura di una Sera: Caccia al Cinghiale di Selezione alla Riserva La Montefeltro

Published On: 11 Gennaio 2025
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L’inverno, con il suo silenzio ovattato e i paesaggi che si tingono di sfumature fredde, è il momento perfetto per dedicarsi alla caccia al cinghiale di selezione.

Alla Riserva La Montefeltro di Rivergaro in provincia di Piacenza, questa attività non è solo una questione di precisione e abilità: è un viaggio che coinvolge l’anima, una connessione profonda con la natura e le sue leggi.

Ma la caccia inizia ben prima di salire su un’altana. È un rituale che si sviluppa nei giorni precedenti, quando si percorrono i sentieri della riserva alla ricerca di tracce. Gli esperti cacciatori di Montefeltro insegnano che le dimensioni e la profondità delle impronte sono i primi indicatori per individuare l’animale giusto. Le ghiande, le castagne e le faggine disseminate nel sottobosco ormai scarseggiano e costringono i cinghiali a cercare nutrimento fuori dal bosco, offrendo l’occasione per studiare i loro movimenti e scegliere con cura il soggetto da prelevare.

impronte di ungulati

Un Ritorno Sperato

Negli ultimi anni, la peste suina africana (PSA) ha avuto un impatto devastante sulla popolazione dei cinghiali in molte zone. Alla riserva La Montefeltro, dopo due anni di falcidie, i segni di una ripresa sono evidenti. Gli esemplari più robusti hanno sviluppato una resistenza alla malattia e stanno lentamente ripopolando l’area. Gli animali immunizzati ricominciano a coprire le femmine, e i cuccioli che nascono mostrano una salute robusta, segno che la natura sta riequilibrando le sue dinamiche.

Tuttavia, questa ripresa non è stata priva di ostacoli. Anche i lupi, onnipresenti nella zona, hanno giocato un ruolo significativo nella diminuzione della popolazione sana. Non è raro avvistare branchi di tre o quattro esemplari che si aggirano silenziosi nei pressi della riserva, contribuendo con la loro predazione a mantenere sotto controllo le popolazioni di ungulati. La presenza del lupo è un monito costante: la natura è meravigliosa, ma anche spietata nella sua capacità di autoregolarsi.

caccia al lupo

 

Le Altane della Montefeltro

Alla riserva, i cacciatori possono scegliere tra 11 altane, ognuna con una posizione unica, perfettamente integrata nell’ambiente. Questi punti di osservazione, solidi e ben costruiti, offrono una vista privilegiata sul territorio circostante, che spazia tra boschi fitti e radure aperte. Poco prima dell’imbrunire, quando la luce si fa morbida e le ombre cominciano ad allungarsi, si sale sull’altana. In caso di nebbia, un fenomeno comune nella zona, gli appostamenti possono iniziare anche nel primo pomeriggio, sfruttando la maggiore sicurezza che gli animali sentono in condizioni di scarsa visibilità.

Ogni altana ha la sua storia e le sue caratteristiche. C’è quella che domina una radura frequentata da femmine con i loro piccoli, quella che si affaccia su un fitto bosco dove i grandi verri amano riposare durante il giorno, e quella che si trova vicino a un ruscello, una fonte naturale di acqua che attira numerosi animali al tramonto.

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Il Silenzio del Crepuscolo

Seduto sull’altana, il cacciatore entra in un altro mondo. Il rumore della vita quotidiana svanisce, sostituito dal respiro della natura. Il silenzio non è mai assoluto: c’è il fruscio delle foglie secche, il richiamo sommesso di un gufo, il lieve scricchiolio dei rami sotto il peso di qualche piccolo animale notturno.

Con il calare della luce, i sensi si acuiscono. Gli occhi si abituano all’oscurità, catturando ogni movimento tra le ombre. Le orecchie diventano ipersensibili, distinguendo il rumore di un ramo spezzato da quello di un passo pesante. Il tempo sembra dilatarsi, ogni minuto si allunga, riempiendosi di aspettative e speranze.

Non è raro che i primi animali a mostrarsi siano quelli più piccoli: volpi curiose, tassi dal passo goffo, o caprioli che si avvicinano senza timore. Ognuno di loro contribuisce a rendere l’attesa un’esperienza viva, un continuo scambio tra il cacciatore e il bosco.

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Tramonto visto da una delle altane della riserva La Montefeltro a Rivergaro

L’Attesa e l’Incontro

Ore di paziente attesa possono passare senza avvistare nulla. È un gioco di perseveranza, una lezione di umiltà. Poi, quando le speranze sembrano affievolirsi, il momento arriva. È un crepitio lontano, un rumore appena percepibile, diverso da tutto ciò che si è sentito fino a quel momento.

Il cuore accelera. Con calma, il cacciatore solleva il binocolo e scruta l’oscurità. Eccolo, un’ombra scura che si muove lenta e pesante tra i tronchi. È un cinghiale, e non un cinghiale qualsiasi: un verro massiccio, imponente, che si distingue immediatamente per il suo portamento regale.

Il Momento della Verità

Il cacciatore si prepara con lentezza, ogni gesto calibrato per evitare il minimo rumore. Il fucile è pronto, il respiro si fa regolare, e la concentrazione è totale. Il cinghiale si avvicina, ignaro della presenza umana. Si ferma, esponendo il fianco. È il momento giusto.

Il tiro è studiato: un unico colpo dietro l’orecchio, il punto vitale che garantisce un abbattimento rapido e indolore. Il rumore del colpo squarcia il silenzio della sera, e il cinghiale crolla sul posto. Non c’è bisogno di inseguirlo. È finita.

Il Verro da 120 Chili

Scendendo dall’altana, il cacciatore si avvicina con rispetto all’animale. Ogni cacciatore sa che la vita presa merita un momento di riflessione. Il verro, un magnifico esemplare di 120 chili, è un trofeo che racconta una storia non solo di abilità ma anche di connessione con la natura.

Il team della riserva arriva per aiutare con il recupero e, nel frattempo, c’è spazio per condividere emozioni e racconti. La sera si conclude con un ritorno alla casa di caccia, dove il calore del fuoco e un bicchiere di vino accompagnano i ricordi appena creati.

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Un Rituale che si Ripete

La caccia al cinghiale non è solo un’attività sportiva. È un rituale antico, una danza tra uomo e natura che celebra la vita in tutte le sue sfumature. Il bosco, con i suoi segreti e i suoi abitanti, offre ogni volta un’esperienza diversa, unica.

Per il cacciatore, ogni uscita è un’occasione per immergersi in un mondo lontano dalla frenesia moderna, dove il tempo rallenta e i sensi si risvegliano. È una lezione di pazienza, un esercizio di attenzione, e, alla fine, una celebrazione della connessione profonda che lega l’uomo alla natura.

Alla Riserva La Montefeltro, ogni altana racconta una storia, e ogni cacciatore ne diventa parte. È un luogo dove le tradizioni venatorie si incontrano con la bellezza del paesaggio, creando ricordi che rimarranno per sempre.

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