La caccia al Capriolo in Gran Bretagna nella storia: fascino e sorpresa

Il capriolo, da molti considerato il “principe” tra i cervidi del Regno Unito, ha percorso un lungo viaggio per conquistarsi l’ammirazione che gode oggi.
Da animale relegato a “nocivo” a specie venerata e cacciata con passione, la sua storia intreccia cultura, tradizione e la complessità dell’equilibrio tra uomo e natura.
Negli ultimi cinquant’anni, la caccia al capriolo ha guadagnato una popolarità senza precedenti tra gli appassionati di sport venatori, attratti non solo dal valore della carne di alta qualità e dall’importanza della gestione dei boschi, ma anche dal desiderio di avvicinarsi a una preda tanto elusiva quanto affascinante. Tuttavia, il capriolo non è sempre stato considerato così. Attraverso i secoli, l’atteggiamento umano verso questa specie è cambiato radicalmente, riflettendo l’evoluzione del rapporto tra l’uomo e l’ambiente naturale.
Durante il periodo normanno, il capriolo era uno degli animali più prestigiosi della foresta, al pari del maestoso cervo rosso. La sua presenza era simbolo di ricchezza e privilegio, protetto dalle rigide leggi forestali dell’epoca. Le sue agili corna e il portamento elegante erano motivo di venerazione, e la sua caccia rappresentava un’esperienza esclusiva riservata ai nobili. Tuttavia, tutto cambiò nel 1388, quando una sentenza del Court of the King’s Bench decretò che il capriolo non era più una “Bestia della Foresta”, ma una “Bestia del Terreno di Caccia”. Questo lo privò di ogni protezione legale, e i guardaboschi reali iniziarono a sterminarlo dalle riserve. Un verdetto ingiusto, ma emblematico dei tempi, in cui l’utilità economica di un animale prevaleva sul suo valore intrinseco.
Mentre in Inghilterra il capriolo scompariva progressivamente, sopravviveva in Scozia, dove la tradizione della caccia con i cani era ancora viva e rispettata. Qui, le scene erano diverse: squadre di battitori accompagnate da segugi spingevano i caprioli fuori dai boschi verso i cacciatori appostati su terreni aperti. Questo metodo, più spettacolare che strategico, dimostra come il capriolo fosse considerato parte integrante della vita di campagna scozzese. Tuttavia, non era ancora il simbolo di sportività e gestione ambientale che sarebbe diventato in seguito.
Nel XIX secolo, un nuovo capitolo si aprì per il capriolo grazie alla sua reintroduzione nel sud dell’Inghilterra. Nobili e proprietari terrieri portarono esemplari dalla Germania e dalla Scozia, trasformandoli in protagonisti di emozionanti battute di caccia con segugi e levrieri. Immaginate i paesaggi del Dorset o della New Forest animati da cavalieri e cani, mentre il capriolo scattava agile attraverso prati e boschi. Questo spettacolo, purtroppo, non sopravvisse alle tumultuose trasformazioni della Prima Guerra Mondiale, che interruppe molte tradizioni rurali.
Le reintroduzioni, però, ebbero un impatto duraturo: in poche decadi, il capriolo tornò a popolare il sud dell’Inghilterra, estendendosi dal Dorset al Sussex e oltre. Tuttavia, questa rinascita portò nuove sfide. Nei decenni successivi, i caprioli venivano spesso visti come parassiti, distruttori di raccolti e giardini. Venivano abbattuti indiscriminatamente dai guardiacaccia o dai contadini, e le loro carcasse finivano come “benefit” per le famiglie dei guardiani. Era una visione riduttiva, che ignorava il valore ecologico e sportivo di questa specie.
Nel frattempo, il nord dell’Inghilterra, con le sue selvagge terre del Lake District, conservava ancora popolazioni indigene di caprioli. Qui, la caccia seguiva rituali antichi: battute all’alba con cani e fucili, quando la luce dorata del mattino trasformava ogni sparo in una celebrazione della natura. Ma, anche in queste terre remote, il capriolo era considerato più una piaga che una preda degna di rispetto.
Fu solo dopo la Seconda Guerra Mondiale che questa percezione iniziò a cambiare. Negli anni ’50, figure come Richard Prior, appassionato cacciatore e visionario, iniziarono a promuovere un approccio più rispettoso e consapevole alla caccia al capriolo. Fu lui a gettare le basi della moderna gestione della fauna selvatica, introducendo principi che combinavano sportività e sostenibilità. Le leggi introdotte negli anni ’60, con stagioni di caccia regolamentate e restrizioni sull’uso di fucili e munizioni, segnarono un punto di svolta, trasformando il capriolo in una preda ambita e rispettata.
Oggi, il capriolo è simbolo di equilibrio e bellezza nel paesaggio britannico. La sua caccia non è solo un’attività sportiva, ma un rito che unisce tradizione e modernità, sfida personale e conservazione ambientale. Dall’alba ai boschi ombrosi, ogni incontro con un capriolo è un’esperienza unica, un momento di connessione profonda con la natura.
I caprioli dell’Isola di Bute, una storia a sè
Sull’Isola di Bute, un gioiello verde incastonato nella costa occidentale della Scozia, i caprioli hanno trovato un rifugio ideale. Qui, l’abbondanza di foreste miste, brughiere e pascoli crea un habitat perfetto per questa elegante specie. I caprioli di Bute non sono solo parte integrante dell’ecosistema locale, ma anche protagonisti di una storia di convivenza sostenibile tra uomo e natura.
La caccia al capriolo su quest’isola non è soltanto un’attività sportiva, ma una tradizione che celebra il legame tra terra e comunità. I cacciatori, spesso accompagnati da guide locali esperte, percorrono i sentieri dell’isola immersi in panorami mozzafiato, dove ogni passo può rivelare la grazia silenziosa di un capriolo. La gestione della fauna qui è svolta con attenzione e rispetto, bilanciando il controllo delle popolazioni con la conservazione della biodiversità.
La carne di capriolo di Bute, apprezzata per la sua qualità superiore, è diventata un prodotto pregiato nei mercati locali e un esempio di come una gestione sostenibile possa portare benefici economici e culturali. Sull’isola, il capriolo rappresenta non solo un simbolo di bellezza naturale, ma anche un modello di equilibrio tra tradizione e modernità.
La caccia al capriolo oggi
La caccia al capriolo in Gran Bretagna è regolata da leggi precise che stabiliscono le stagioni di caccia per garantire la sostenibilità delle popolazioni e proteggere gli esemplari durante i periodi cruciali del loro ciclo biologico, come la riproduzione e l’allevamento dei piccoli. Le stagioni variano a seconda del sesso dell’animale e delle legislazioni delle diverse nazioni che compongono il Regno Unito (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord).
Stagioni di caccia al capriolo in Gran Bretagna
Inghilterra e Galles
- Maschi: Dal 1° aprile al 31 ottobre.
- Femmine: Dal 1° novembre al 31 marzo.
Scozia
- Maschi: Dal 1° aprile al 20 ottobre.
- Femmine: Dal 21 ottobre al 31 marzo.
Irlanda del Nord
- Maschi: Dal 1° aprile al 31 ottobre.
- Femmine: Dal 1° novembre al 31 marzo.
Metodi di caccia consentiti
La caccia al capriolo viene praticata principalmente attraverso il “stalking” (appostamento e avvicinamento), che prevede un avvicinamento silenzioso all’animale, solitamente a piedi, utilizzando il vento e il terreno a proprio vantaggio per non essere rilevati. Questa tecnica richiede grande abilità e conoscenza dell’ambiente.
In alternativa, viene utilizzato il metodo della caccia dall’altana (high seat), dove il cacciatore si apposta su una struttura rialzata per osservare e colpire in sicurezza un animale selezionato.
Requisiti normativi
Per cacciare il capriolo in Gran Bretagna, è necessario rispettare specifici requisiti legali, tra cui:
- Licenza di caccia: Tutti i cacciatori devono possedere una licenza valida e il permesso del proprietario terriero.
- Armi e munizioni: La legge stabilisce un calibro minimo per i fucili e le munizioni utilizzati nella caccia al capriolo. Per esempio, il calibro deve essere di almeno .240 pollici (6 mm) e le munizioni devono avere un’energia minima di 1.700 joule a 100 metri.
- Legislazione ambientale: È vietato cacciare durante le ore notturne e in prossimità di aree residenziali o pubbliche.
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Conservazione e gestione
La regolamentazione delle stagioni di caccia e l’introduzione di normative moderne, come il Deer Act del 1963 e il Deer (Scotland) Act del 1959, hanno contribuito alla conservazione del capriolo, trasformandolo da specie perseguitata a una delle prede più apprezzate nel panorama venatorio britannico. Inoltre, la gestione responsabile della caccia aiuta a controllare i danni alle colture e alla biodiversità, garantendo popolazioni sane e sostenibili.
Nota sui caprioli giovani (kids)
Un aspetto etico importante nella caccia al capriolo riguarda l’attenzione a non abbattere femmine che potrebbero avere cuccioli (kids) ancora dipendenti. Questo è uno dei motivi per cui esistono stagioni distinte per maschi e femmine, per proteggere i piccoli durante la primavera e l’estate.
Grazie a queste normative, la caccia al capriolo in Gran Bretagna è oggi un esempio di equilibrio tra tradizione, sport e conservazione della natura.
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