Caccia all’elefante in Zimbabwe: la caccia africana per eccellenza
Lo Zimbabwe è la meta perfetta per vivere le forti emozioni che regala la caccia all’elefante.
Il tuo sogno nel cassetto è un viaggio venatorio ricco di adrenalina tra i paesaggi mozzafiato dell’Africa subequatoriale? Se sei alla ricerca del safari perfetto nei suggestivi angoli africani costeggiati dal fiume Zambesi, le aree di caccia dello Zimbabwe sono la meta ideale.
Lo Zimbabwe è senza dubbio lo scenario ideale in cui praticare la regina delle cacce africane: la caccia all’elefante. Senza dubbio una caccia difficile e impegnativa, ma allo stesso tempo entusiasmante e avvincente.
È in grado di offrire emozioni uniche, per questo si dice che dopo averla vissuta la prima volta ci si ammala di “Elephant fever”.
L’Emozione della Caccia all’Elefante nello Zimbabwe
La caccia all’elefante richiede una preparazione fisica e mentale notevole. I cacciatori devono essere pronti a percorrere lunghe distanze sotto il sole cocente, attraverso savane e foreste dense, spesso seguendo le tracce di branchi che possono coprire ampie aree in breve tempo. La pazienza è fondamentale: ogni passo deve essere calcolato, ogni rumore analizzato per evitare di allarmare gli elefanti.
Gli elefanti, quando si sentono braccati, adottano comportamenti difensivi complessi. I maschi solitari possono diventare estremamente aggressivi, mentre le femmine con i piccoli sono particolarmente pericolose. Le madri sono pronte a difendere la prole con una ferocia implacabile, usando la loro massa imponente e le zanne affilate come armi letali. Il branco, nel suo insieme, adotta strategie difensive, formando un cerchio protettivo intorno ai membri più vulnerabili, con gli adulti rivolti verso l’esterno, pronti a caricare alla minima minaccia.
Il brivido della caccia all’elefante è difficile da descrivere a parole. Il cuore batte forte mentre ci si avvicina a questi giganti maestosi. La tensione cresce ad ogni passo, sapendo che basta un solo errore per scatenare una reazione pericolosa. Ogni avvistamento è seguito da un momento di assoluto silenzio e concentrazione, mentre il cacciatore valuta la situazione, pianifica il colpo e aspetta il momento giusto per agire.
La Pericolosità delle Femmine con i Piccoli
Le femmine di elefante con i piccoli rappresentano una delle sfide più pericolose. La loro istintiva necessità di proteggere i cuccioli le rende altamente aggressive. Un cacciatore deve essere estremamente cauto quando si avvicina a un gruppo familiare. Gli elefanti comunicano tra loro con suoni a bassa frequenza che possono essere sentiti a grandi distanze, coordinando così le loro difese. Una madre elefante, sentendosi minacciata, può lanciare una carica feroce, pronta a utilizzare tutto il suo peso e forza per respingere il pericolo.
Il branco di elefanti utilizza strategie sofisticate per proteggere i suoi membri. Quando avvertono il pericolo, formano una barriera con gli adulti più forti all’esterno e i piccoli al centro. Gli elefanti più anziani, spesso le matriarche, prendono il comando, guidando il gruppo verso la sicurezza. La loro intelligenza collettiva e il loro forte senso di comunità li rendono avversari formidabili, capaci di resistere agli attacchi con una determinazione impressionante.
Dove e come si svolge la caccia all’elefante?
Botswana, Zambia e Tanzania sono i paesi ideali per la caccia all’elefante, ma non c’è alcun dubbio che la meta d’eccellenza per questa caccia è lo Zimbabwe.
Non a caso, questa zona meridionale del continente nero è conosciuta come “il Paese degli elefanti”, ed è considerata un’ottima meta anche per altre cacce africane, come la caccia ai leopardi, ai leoni e a tutte le antilopi, qui si vive immersi in un habitat mozzafiato.
La caccia all’elefante si svolge principalmente su traccia, la quale deve essere studiata accuratamente e, con l’aiuto del P.H., il cacciatore dovrà memorizzare le caratteristiche salienti dell’impronta, in modo da riconoscere l’animale tra mille.
Infatti, le impronte degli elefanti equivalgono alle nostre impronte digitali: ognuno ha la propria e solo quella. Una volta trovata una traccia fresca di un certo volume si comincia a seguirla per ore, se non per giorni, con l’uso di flying camp.
La traccia sull’elefante a vento buono porta l’acre odore dritto al cuore, che comincia ad accelerare il battito, mentre uno strano senso di disagio – paura mista al desiderio della preda – comincia a far tremare impercettibilmente le gambe.
Questa sensazione precede l’approccio finale con tiro a braccio da 15/20 metri, non di più.
Tre sono le tipologie di tiro principali quando si parla di caccia all’elefante:
- Il tiro in area cardio polmonare;
- Il “side brain shot”, nell’area compresa fra meato acustico esterno e occhio;
- Il “frontal brain shot”, con l’elefante che fronteggia il cacciatore il quale deve, però, valutare distanza, inclinazione e altri fattori che potrebbero inficiare il buon esito del tiro. Senza dubbio è il più difficile.
Le armi e le munizioni consigliate.
I calibri consigliati per la caccia all’elefante sono, ovviamente, grossi calibri lenti e con un potente killing power, anche se spesso vengono usati calibri come il 378 Weaterby, potente e veloce. Il 375 HH è appena compatibile con questa caccia mentre tutti i 416, i 500 sono l’ideale, nonché gli express (che bisogna saper ben usare) dal 470 Nitro al 500 N, al 577 e via discorrendo.
Le palle devono avere pesi dai 300 grani in su (nei 416 meglio i 400 grani) e devono essere monolitiche e indeformabili per rompere le massicce ossa piene dei pachidermi e perforarne la spessa pelle.
Vivere un’esperienza di caccia in Africa è sicuramente difficile da dimenticare: ogni cacciatore che abbia realizzato il suo safari da sogno in Africa si sentirà accomunato a tutti gli altri che hanno provato la stessa avventura grazie a un “sentimento” particolare.
Questa “sindrome”, anche nota come mal d’Africa, provoca nel cacciatore un profondo senso di attaccamento, appartenenza e ritorno alle origini, un richiamo forte verso la terra africana, i suoi animali, la sua gente, i suoi colori.
Le Caratteristiche delle Zanne degli Elefanti dello Zimbabwe
Le zanne degli elefanti dello Zimbabwe sono note per le loro particolari caratteristiche che le rendono distintive e affascinanti. Ecco un approfondimento su queste peculiarità:
Dimensioni e Peso: Le zanne degli elefanti dello Zimbabwe tendono a essere meno lunghe ma più pesanti e se la giocano con quelle degli elefanti del Botswana. Sono tra le più grandi e pesanti dell’Africa anche se non sono lunghe come quelle degli elefanti della Tanzania, che però sono più sottili. Nei maschi adulti, le zanne possono superare i 50-60 kg ciascuna. Questa notevole dimensione è dovuta alla combinazione di fattori genetici e ambientali, che permettono agli elefanti di sviluppare zanne molto pesanti. Le grandi zanne sono una caratteristica desiderata storicamente dai cacciatori di trofei.
Forma e Curvatura: Le zanne degli elefanti dello Zimbabwe sono generalmente diritte con una leggera curvatura verso l’esterno. Questa forma è particolarmente adatta per le attività quotidiane degli elefanti, come scavare per cercare acqua e sradicare alberi per nutrirsi di radici e corteccia. La curvatura delle zanne offre anche una presa migliore, consentendo agli elefanti di maneggiare oggetti con maggiore facilità.
Colore e Durezza: Il colore delle zanne degli elefanti dello Zimbabwe è tipicamente di un bianco crema, riflettendo un alto contenuto minerale. Questo colore uniforme è dovuto alle condizioni ambientali e alimentari che contribuiscono a mantenere le zanne pulite e meno macchiate rispetto a quelle di elefanti che vivono in habitat più umidi e fangosi.
Le zanne degli elefanti dello Zimbabwe sono note per la loro durezza, una qualità che le rende resistenti e meno inclini a fratture. La durezza è un vantaggio significativo per gli elefanti, poiché le zanne vengono utilizzate in molte attività quotidiane che richiedono forza e resistenza, come sollevare tronchi e scavare buche nel terreno.
Funzioni e Utilizzo: Le zanne degli elefanti dello Zimbabwe svolgono diverse funzioni cruciali. Oltre a essere utilizzate per scavare e sradicare piante, sono strumenti importanti per difesa e competizione. I maschi spesso utilizzano le zanne durante i combattimenti per il dominio territoriale e l’accesso alle femmine. Le zanne sono anche usate per marcare gli alberi, segnare il territorio e comunicare con altri elefanti.
I Grandi Cacciatori di Elefanti della Fine dell’800
La storia della caccia all’elefante è arricchita dalle gesta di grandi cacciatori del passato. Alla fine dell’Ottocento, figure leggendarie come Frederick Selous e Samuel Baker divennero famosi per le loro avventure in Africa. Questi uomini non erano solo cacciatori, ma esploratori e naturalisti che documentarono le loro esperienze in modo dettagliato, contribuendo alla conoscenza della fauna africana.
Frederick Courteney Selous, uno dei cacciatori di elefanti più famosi, è noto per le sue esplorazioni nell’Africa sudorientale. Le sue abilità di cacciatore e la sua conoscenza del territorio erano leggendarie. Selous scrisse ampiamente sulle sue esperienze, descrivendo con precisione le difficoltà e le emozioni della caccia all’elefante. Le sue gesta non solo catturarono l’immaginazione del pubblico, ma influenzarono anche la percezione della caccia sportiva dell’epoca.
Samuel Baker, un altro cacciatore di elefanti del XIX secolo, si distinse per le sue esplorazioni nel Nilo e le sue avventure in Sudan e Uganda. Baker non solo cacciava elefanti, ma era anche un fervente sostenitore della conservazione della fauna. Le sue spedizioni contribuirono a mappare regioni sconosciute e a portare alla luce la ricca biodiversità africana.
Le gesta di questi grandi cacciatori sono leggende che riecheggiano ancora oggi. Selous, durante una delle sue avventure, riuscì a sopravvivere a un incontro ravvicinato con un elefante furioso, dimostrando un sangue freddo e un coraggio straordinari. Baker, invece, era famoso per le sue fughe miracolose e per i suoi resoconti dettagliati delle cacce, che combinavano l’arte della narrazione con l’esperienza diretta sul campo.
La caccia all’elefante nello Zimbabwe, come in altre parti dell’Africa, è un’avventura carica di emozioni intense e sfide formidabili. Le zanne degli elefanti dello Zimbabwe, con la loro grandezza e durezza, sono testimoni della maestosità di questi animali. I racconti dei grandi cacciatori dell’Ottocento aggiungono un ulteriore strato di fascino e nostalgia a questa epoca, ricordandoci l’importanza della conoscenza e del rispetto per la natura.
La caccia all’elefante nello Zimbabwe è un’esperienza che va oltre la semplice attività venatoria. È un’avventura carica di emozioni intense, che richiede rispetto, abilità e una profonda comprensione dei comportamenti degli elefanti. Questo tipo di caccia offre non solo il brivido della sfida, ma anche un’opportunità unica di immergersi nella natura selvaggia e di confrontarsi con uno degli animali più maestosi del pianeta.
Montefeltro sui Social