Caccia agli elefanti in Zimbabwe: una nuova avventura indimenticabile
Caccia agli elefanti in Zimbabwe lungo lo Zambesi e le sue Victoria falls.
Lo Zimbabwe, nella parte meridionale dell’Africa, è conosciuto come il “paese degli elefanti“. Qui in un territorio spettacolare ricco di fauna, si trova l’area di Makuti dove si svolgerà la tua caccia grossa agli elefanti.
Questa splendida zona, selezionata per la sua vocazione dai nostri esperti professional hunters, costeggia per chilometri e chilometri il fiume Zambesi e si dipana fra dolci colline e grandi pianure in cui gli elefanti trovano l’habitat ideale. Anche la buona consistenza di bufali fa di quest’area una delle più interessanti dello Zimbabwe.
Un lussuoso campo tendato ti aspetta per regalarti ogni comfort. L’abilità dei nostri eccellenti PH ti permetterà di conquistare un buon trofeo nel giro di pochi giorni. La media è fra le 30 e 40 libbre con la possibilità di conseguire anche zanne di peso superiore fra le 50 e le 60 libbre.
L’anno scorso, durante una emozionantissima battuta di caccia agli elefanti, il nostro cacciatore ha conquistato un esemplare da ben 68 libbre.
Per la caccia agli elefanti si vola sulle Victoria Falls. In questa zona si trovano infatti le cascate Victoria, una gola ampia un miglio dove il possente fiume Zambezi si riversa con un boato oltre il bordo e precipita con un salto di più di 100 metri sul piano della vallata sottostante.
Le cascate Victoria possono essere visitate sia dallo Zambia che dallo Zimbabwe e fanno parte di due parchi nazionali, il Parco Nazionale Mosi-oa-Tunya nello Zambia e il Parco Nazionale delle Cascate Victoria nello Zimbabwe. Il fronte delle cascate è lungo più di un chilometro e mezzo, mentre la loro altezza media è di 128 metri. La loro particolarità è dovuta alla geografia del luogo nel quale sorgono, una gola profonda e stretta che permette di ammirare tutto il fronte della cascata dall’altra sponda.
Uno scenario mozzafiato che aggiunge altre emozioni oltre a quelle della caccia.
Nel corso degli anni, lo Zimbabwe ha sviluppato un sistema di gestione della caccia controllato e regolamentato, con quote assegnate per la caccia agli elefanti al fine di mantenere un equilibrio tra la popolazione degli elefanti e l’ecosistema.
I proventi derivanti dalla caccia sportiva vengono reinvestiti nella conservazione della fauna selvatica e degli habitat, oltre a fornire un’entrata economica per le comunità locali evitando che i loro membri si trasformino in bracconieri.
La guerra al bracconaggio e al commercio dell’avorio
Lo Zimbabwe, come molti altri paesi africani, affronta quotidianamente il problema del bracconaggio per il commercio illegale delle zanne di elefante, una minaccia significativa per la conservazione di questa specie iconica. Il governo dello Zimbabwe ha implementato diverse misure per combattere il bracconaggio delle zanne di elefante e proteggere queste creature.
Alcune delle strategie utilizzate includono:
Rafforzamento delle leggi e delle pene: Il governo ha promulgato leggi più severe e ha implementato pene più rigorose per coloro che vengono coinvolti nel bracconaggio degli elefanti e nel traffico di avorio. Ciò include pene detentive più lunghe e multe più pesanti per dissuadere i bracconieri e i trafficanti.
Misure di sorveglianza e controllo: Sono state istituite unità specializzate, come pattuglie antibracconaggio e squadre di controllo della fauna selvatica, finanziate con i proventi della caccia legale, per sorvegliare le aree protette e i parchi nazionali dove gli elefanti risiedono. Queste squadre lavorano per prevenire il bracconaggio, pattugliare attivamente gli habitat degli elefanti e individuare e arrestare i bracconieri.
Collaborazione internazionale: Il governo ha collaborato con altre nazioni, organizzazioni internazionali e ONG per combattere il bracconaggio a livello globale. Questa cooperazione comprende lo scambio di informazioni, la condivisione delle migliori pratiche e la collaborazione per affrontare il traffico illegale di avorio.
Programmi di sensibilizzazione e coinvolgimento delle comunità locali: Iniziative educative e programmi di coinvolgimento delle comunità locali sono stati avviati per sensibilizzare sulle questioni legate alla conservazione della fauna selvatica e sull’importanza di proteggere gli elefanti. Coinvolgere attivamente le comunità nelle aree in cui vivono gli elefanti è cruciale per garantire che le persone locali siano parte integrante degli sforzi di conservazione.
Nonostante questi sforzi, il bracconaggio rimane una minaccia costante per gli elefanti in Zimbabwe e in molte altre parti dell’Africa. La lotta contro il bracconaggio richiede un impegno continuo, una vigilanza costante e una combinazione di azioni legislative, applicazione delle leggi, educazione pubblica e sforzi di conservazione su vasta scala per garantire la sopravvivenza della specie.
Sulle orme di Frederick Courtney Selous
Negli annali della storia della caccia agli elefanti in Zimbabwe, Frederick Courteney Selous è stato uno dei cacciatori più rinomati e leggendari. Sebbene non fosse originario dello Zimbabwe, Selous era un cacciatore e esploratore britannico che operava principalmente nell’Africa orientale e meridionale nel XIX secolo.
Selous era conosciuto per le sue imprese da cacciatore di elefanti, oltre che come esploratore, scrittore e naturalista. È stato un pioniere nell’esplorazione di molte regioni dell’Africa austral-orientale, intraprendendo viaggi di caccia che sono diventati leggendari per la loro avventura e per l’abbondanza di elefanti abbattuti.
Le sue gesta di caccia sono state narrate in vari racconti e libri che hanno contribuito a costruire la sua reputazione come uno dei più grandi cacciatori di elefanti dell’epoca. La sua abilità come cacciatore e la sua conoscenza della fauna selvatica africana sono state celebrate a lungo.
Selous ha lasciato un’eredità notevole non solo come cacciatore, ma anche come conservazionista, contribuendo alla comprensione e alla documentazione della fauna selvatica africana.
Il suo nome è associato alla Riserva Selous in Tanzania, che porta il suo nome in onore delle sue imprese e del suo lavoro nella conservazione della natura.
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