Mal d’Africa: caccia in Zimbabwe

Published On: 31 Maggio 2023
caccia in zimbabwe bufalo africa

Quello che vi troverete a leggere di seguito è una pagina del “diario di bordo” di Vito, racconto di una caccia in Zimbabwe una sue ultime esperienze da inguaribile appassionato di viaggi venatori.

“Il mal d’Africa, non una leggenda, una convenzione, o un banale modo di dire. È reale, una patologia benigna ma cronica che dopo averti contagiato non ti lascia più e ti fa continuare a sognare di tornare a caccia nel continente nero.

caccia in Zimbabwe diario di viaggio

Il mio personale “tormento” è iniziato dopo il viaggio di caccia ai plain game in Namibia. Sono rientrato felice, soddisfatto, eccitato ma allo stesso tempo preda di un sottile disagio, con la netta sensazione di un vuoto da colmare. Un altro posto, altre persone, altri colori, profumi, albe e tramonti, altri animali da cacciare, soprattutto…un bufalo.

Così inizia la ricerca, parlo con gli amici che il bufalo lo hanno già fatto, mi confronto con le loro esperienze personali, arrivano le proposte concrete, poi la decisione.

caccia al bufalo in Africa

Destinazione caccia in Zimbabwe con MontefeltroSave Valley Conservancy, nella concessione della famiglia Whittall (un pezzo di storia), in compagnia di Luca Bogarelli.

Appena saliamo sul piccolo aereo, che ci porterà da Harare al campo, la stanchezza del viaggio si dissolve, l’attesa cresce.

Il mattino successivo all’arrivo si prova l’arma e l’avventura inizia!

Si caccia sulla traccia, perché è solo cosi che vogliamo prendere questo bufalo, come Luca mi aveva promesso sin dall’inizio.

Vediamo di tutto e di più, perché la Save Valley dispone di un patrimonio faunistico incredibile, frutto di una gestione accorta e lungimirante.

Il fuoristrada percorre lentamente le piste, gli occhi del nostro PH Rob e dei tracker Elias e Benson sono puntati a terra alla ricerca di tracce fresche, arriva il momento atteso, la jeep si ferma: c’è una traccia buona da seguire.

Fucile in spalla e via, pronti per questa emozionante caccia in Zimbabwe.

Fa molto caldo ma non si avverte, la traccia si snoda anche per ore nella fitta vegetazione del bush rivitalizzato dalla stagione delle piogge terminata da poco, i bufali non li vedi finché non gli si è quasi addosso, alle mie spalle Luca, ogni tanto mi bisbiglia qualcosa nell’orecchio, piccole perle d’esperienza.

C’è un maschio grande e grosso, il PH mi mette sul bastone ma dice di guardare e basta, perché è un bell’animale ma il boss non è ancora maturo.

caccia al bufalo africa Zimbabwe

Splendido esemplare di bufalo cafro o bufalo del capo ma non ancora maturo per il prelievo

Succede una volta, due, e poi ancora, nei primi tre giorni di caccia, ma non avverto delusione o frustrazione perché ogni avvicinamento è una grande emozione.

Poi troviamo le tracce di due solitari, dovrebbero proprio essere due vecchi “dagga boys” come li chiamano qui, le seguiamo. C’è il bufalo che aspettavamo, è a una trentina di metri, sono di nuovo sul bastone e finalmente arriva l’atteso ordine del PH.

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Due esemplari di vecchi “Dagga Boys”

Sparo, so di averlo colpito ma i miei occhi si piantano in quelli del PH, cercando una conferma. “Good shot” mi dice, mi sembra tranquillo, dopo qualche istante sentiamo l’inconfondibile muggito.

Ci avviamo al punto di sparo, c’è il sangue in terra, lo seguiamo e troviamo l’animale a poca distanza. Il tiro è stato buono ed è morto praticamente sul colpo.

È un vecchio bufalo con un gran bel boss, un prelievo corretto.

Le corna del bufalo si chiamano boss perché sono lunghe e massicce. La parola “boss” deriva dall’inglese antico “bosa” che significa “corno”. Le corna del bufalo sono costituite da cheratina, la stessa sostanza che compone le unghie e i capelli umani. Sono cavo all’interno e sono fissate alla testa del bufalo da un’articolazione.

La tensione cala, è la fine, ma è anche un nuovo inizio perché dopo solo pochi istanti da un angolino della mente già si fa strada prepotentemente una domanda. La prossima volta, chissà dove, chissà quando…?”

paesaggi caccia in africa

Il bufalo cafro

Il bufalo cafro, o Syncerus caffer, è uno dei mammiferi più grandi e pericolosi dell’Africa. È un animale sociale che vive in branchi di 10-100 individui. I bufali cafri sono erbivori e si nutrono di una varietà di piante, tra cui erba, foglie e rami.

Il bufalo cafro è originario dell’Africa subsahariana. È presente in una vasta gamma di habitat, tra cui foreste, savane e praterie. Il bufalo cafro è una specie importante nell’ecosistema africano. Contribuisce alla diffusione dei semi delle piante, alla regolazione della vegetazione e alla conservazione della biodiversità.

In Zimbabwe, il bufalo cafro è una specie comune. È presente in tutte le principali aree protette del paese, tra cui lo Zimbabwe National Park, il Mana Pools National Park e il Hwange National Park.

I bufali cafri sono animali pericolosi e devono essere trattati con cautela. Sono noti per essere aggressivi e possono caricare senza preavviso. In Zimbabwe, i bufali cafri sono responsabili di un gran numero di incidenti e morti. Sono molto coriacei ed è raro riuscire a ucciderli con un solo colpo pulito. Non è raro che, credendolo morto, ci si avvicini al bufalo che , come resuscitato, carica l’uomo nelle vicinanze. Infatti un detto tra i cacciatori dice che: “Il bufalo più pericoloso…è il bufalo morto”.

Ecco alcuni fatti interessanti sul bufalo cafro:

  • sono i mammiferi più grandi dell’Africa, dopo gli elefanti. I maschi adulti possono raggiungere un peso di oltre 1.000 chilogrammi.
  • hanno una vista scarsa, ma hanno un udito e un olfatto molto acuti.
  • sono animali molto sociali e vivono in branchi guidati da una femmina dominante.
  • sono erbivori e si nutrono di una varietà di piante, tra cui erba, foglie e rami.
  • sono animali importanti nell’ecosistema africano. Contribuiscono alla diffusione dei semi delle piante, alla regolazione della vegetazione e alla conservazione della biodiversità.

Il bufalo cafro è un animale affascinante e importante per l’ecosistema africano. È importante trattare questi animali con cautela e una certa prudente reverenza rispettando il loro habitat.

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