La mia prima volta a caccia in Macedonia

Caccia di Starne in Macedonia
C’è un luogo a pochi chilometri dall’Italia che è il paradiso della caccia col cane. Un vero e proprio Eden per il cacciatore cinofilo, dove la natura incontaminata e la varietà della selvaggina offrono un’esperienza di caccia unica e irripetibile. Questo luogo è la Macedonia, una terra di contrasti e meraviglie, dove le dolci colline popolate da starne autoctone sono incorniciate dalle imponenti montagne in cui la coturnice, o pernice delle rocce, regna sovrana.
Le Dolci Colline e le Imponenti Montagne
In Macedonia, le colline si distendono dolcemente, coperte da prati verdi e arbusti profumati, creando un habitat ideale per le starne. Questi uccelli, con il loro piumaggio mimetico e i movimenti rapidi, offrono una sfida stimolante per il cacciatore e il suo ausiliare. Ogni passo tra le colline è un’immersione nella bellezza naturale, un viaggio tra i colori e i suoni della campagna macedone.
Ma è tra le montagne che si trova la vera avventura. Le cime frastagliate e le rocce scoscese sono il regno della coturnice, un uccello noto per la sua astuzia e resistenza. Cacciare la coturnice richiede non solo abilità e precisione, ma anche una grande complicità con il proprio cane. Ogni salita, ogni passo incerto su un sentiero di montagna, rafforza il legame tra cacciatore e ausiliare, rendendo ogni cattura un trionfo condiviso.
Le Emozioni del Vero Cacciatore Cinofilo
Per il cacciatore cinofilo, la Macedonia rappresenta il sogno di una vita. È un luogo dove ogni uscita è un’opportunità per immergersi nella natura più incontaminata e selvaggia. Il vero cacciatore cinofilo non si accontenta della semplice caccia; egli cerca la connessione profonda con il suo cane, il dialogo silenzioso fatto di sguardi e movimenti coordinati.
Il cane, in questo contesto, non è solo un ausiliare ma un compagno insostituibile, il cui lavoro viene esaltato dalla bellezza dei territori e dalla scaltra selvaggina che li popola. Vederlo muoversi con agilità tra le colline o arrampicarsi con destrezza sulle rocce, seguendo il richiamo istintivo della caccia, è una gratificazione enorme per il cacciatore. Ogni segnale, ogni fermata del cane è un momento di pura emozione, una promessa di avvistamento imminente.
Una Storia di Passione
Diversi anni fa, Enrico ha avuto modo di conoscere e osservare questo ambiente da vicino per la prima volta. Da allora, la Macedonia è diventata una parte imprescindibile della sua vita di cacciatore. Ogni anno, attende con impazienza il momento di tornare in quei luoghi magici, dove la natura selvaggia e il suo fedele cane lo attendono per nuove avventure.
Enrico ricorda ancora la prima volta che vide il suo cane lavorare tra le colline macedoni. Il vento che soffiava leggero, portando con sé i profumi della terra e dei fiori selvatici, il cielo azzurro che sembrava non avere fine, e il suo ausiliare che, con passo sicuro e naso all’erta, scompariva tra gli arbusti per riemergere poi con la stessa eleganza, segnalando la presenza della selvaggina. Ogni volta che il cane trovava una pista, il cuore di Enrico batteva più forte, in un misto di eccitazione e orgoglio.
La Macedonia è, per il cacciatore cinofilo, quel luogo in cui immergersi nella natura più incontaminata è all’ordine del giorno. È un luogo dove il lavoro del proprio cane viene esaltato dalla bellezza dei territori e dalla scaltra selvaggina che li popola. Le dolci colline e le immense montagne offrono un terreno di caccia vario e stimolante, dove ogni giornata è un’avventura da vivere intensamente.
Per chi, come Enrico, ha avuto la fortuna di scoprire questo angolo di paradiso, la Macedonia è diventata una seconda casa. Qui, la passione per la caccia e l’amore per il proprio cane si fondono in un’esperienza unica e indimenticabile, un viaggio continuo alla scoperta di sé e della natura.
Il primo viaggio di Enrico in Macedonia a caccia di starne
Ho vissuto momenti magici, cacciando le starne in compagnia di Sestri il mio setter inglese.
Fin dalla mia prima licenza di caccia sognavo di cacciare starne vere, scaltre ma soprattutto desideravo cacciare starne con un cane all’altezza. È vero, serve sacrificio e conoscenza, ma quando il puzzle si compone allora è un’estasi di emozioni.
Una collina nelle vicinanze di Bitola mi aveva sempre stuzzicato, non avevo mai cacciato in quel posto, la osservavo da lontano ogni mattina quando accompagnavo i clienti sul terreno di caccia.
Un giorno decisi che era il momento per andare in perlustrazione. Ogni tanto, nell’accompagnare i clienti faccio questo: cerco angoli nascosti dove portarli e dove fargli vivere momenti magici.
Mentre carico Sestri sul furgone inizia una pioggerellino autunnale, sembra più il clima da beccacce che da starne. Un vento teso accarezza le colline e penso subito alle sbandate e risalite di Sestri, all’avventura che ci aspetta.
Scendendo dal furgone, è bastato incrociare lo sguardo di Sestri per capirci. Era scalpitante di scendere dal furgone per immergersi in quei terreni. Accendo il satellitare, lo indosso a Sestri e lo sgancio.
Parte come un ghepardo risalendo la collina, mi scompare alla vista per 10 minuti.
Risalendo il crinale mi godo il vento e le gocce d’acqua che mi invadono il viso: a stento riesco a tenere gli occhi aperti, ma cerco di capire dove sia finito Sestri.
Scollino e lo vedo a fondo valle che risale l’altro versante, mi accuccio cercando di evitare le raffiche di vento, lo guardo in quel suo modo di lavorare il terreno e sfruttare il vento.
Già la mia soddisfazione è ad alti livelli, ma tocca il punto più alto quando Sestri entra in emanazione ed inizia a sbandare.
Gli bastano pochi metri per cadere in ferma statuaria ed io mi affretto a scendere per avvicinarlo.
La distanza è sui 300 metri ma devo raggirare una scarpata e passare un torrente, ci vogliono alcuni minuti prima che riesca ad affiancare Sestri.
Dopo averlo raggiunto, mi fermo a guardarlo: è bagnato e tremate dalla tensione, gli schiocco le dita per farlo guidare.
Lui inizia a muoversi con cautela, mentre io intanto ragiono sulla posizione del cane.
La sua testa è alta, lo sguardo fisso, il vento teso gli muove il pelo e il suo sguardo è rivolto verso un declino della collina.
Ad accompagnare quella scena, che mi porterò sempre nel cuore, c’è solo il rumore del vento.
È arrivato il momento: mi metto in posizione, chiudo il fucile e inizio leggermente ad avanzare. Sestri rompe la ferma e risale ancora 20 metri davanti a me.
L’erba alta e ingiallita dal tempo lo fa quasi scomparire, tant’è che riesco a vedere solo la sua testa che inizia a ruotare verso di me.
Capisco che ci sono, ha chiuso un branco di starne, ora sono tra me e lui.
Faccio due passi verso destra e per incanto si staccano da terra un volo di 15 starne, il rumore del battito d’ali quasi mi spaventa, il canto della brigata mi esalta.
Mi giro imbraccio il fucile e di seconda prendo un maschio. Sestri pronto al riporto, mi concede la sua preda.
Queste sono le mie emozioni, questo è il ricordo di quella stagione di caccia magica e della mia prima volta tra le colline di Bitola. Eravamo solamente io, il mio cane e la bellezza dei luoghi in cui ci trovavamo.
Ed ecco che ammirare il lavoro del tuo cane alla cerca dei selvatici per eccellenza in Macedonia, renderà indimenticabile ogni tua giornata di caccia.
Se anche tu vorresti vivere le stesse emozioni vissute da Enrico e Sestri, la Macedonia ti aspetta! Contattaci!
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