Caccia al Castoro in Bielorussia: un’avventura autentica tra paludi e foreste
La Bielorussia è una destinazione di caccia ancora autentica, dove la natura incontaminata domina e la presenza umana è discreta. Qui, tra foreste boreali, corsi d’acqua tortuosi e paludi sterminate, vive il castoro europeo, protagonista indiscusso di emozionanti avventure venatorie.
L’habitat bielorusso è un vero paradiso per il cacciatore: zone umide, canali silenziosi, boschi allagati e argini modellati dalla tenace attività di questi grandi roditori offrono scenari ideali per una caccia selettiva e sostenibile. Il periodo migliore? L’autunno inoltrato e la fine dell’inverno, quando la natura si fa più silenziosa e i movimenti del castoro diventano più prevedibili.
Il ritorno del castoro europeo: tra gestione faunistica e tradizione venatoria
Dopo secoli di assenza, il castoro europeo (Castor fiber) è tornato a popolare con crescente stabilità le zone umide, i fiumi e i laghi del nostro continente. Questo straordinario roditore, architetto della natura, ha riconquistato silenziosamente spazi che un tempo gli appartenevano, modificando gli ecosistemi con dighe e tane scavate lungo le rive. Il suo ritorno, accolto con entusiasmo da naturalisti e ambientalisti, pone oggi nuove sfide di convivenza e gestione, specialmente in quei territori dove l’eccessiva proliferazione ha iniziato a creare conflitti con le attività agricole, la sicurezza idraulica e la biodiversità locale.
In questo contesto si inserisce la caccia di gestione al castoro, praticata in alcune aree europee secondo rigidi protocolli scientifici e leggi locali. Un’attività che, se condotta con etica e rispetto, non solo contribuisce all’equilibrio ambientale, ma offre anche l’opportunità di riscoprire un’antica tradizione venatoria legata a un animale affascinante e sorprendente.
Polesia: il cuore selvaggio del Pripyat
Nel sud del Paese, le leggendarie Paludi del Pripyat ospitano una delle più alte concentrazioni di castori d’Europa. Qui si può vivere un’esperienza di caccia pura, tra boschi alluvionali e corsi d’acqua brulicanti di vita, accompagnati da ranger locali esperti. La caccia si svolge soprattutto al crepuscolo, appostandosi nei pressi delle dighe o seguendo tracce lungo i canali secondari. Accanto al castoro, si possono insidiare anche alci, cinghiali, cervi, volpi e lupi.
Laghi del Nord e Riserva di Braslav: varietà di ambienti e prede
Spostandosi verso nord, nella zona dei Laghi di Braslav, la caccia si arricchisce di scenari lacustri, torbiere e foreste miste. Anche qui il castoro è diffuso e facilmente osservabile, ma non mancano altre opportunità venatorie: cervi nobili, caprioli, alci, cinghiali, uccelli acquatici. Il parco nazionale organizza uscite guidate con accoglienza in rifugi immersi nella natura.
Berezinsky: castori, lupi e il brivido del bisonte
Nella Riserva della Biosfera Berezinsky, oltre al castoro si possono cacciare cervidi e predatori come il lupo, sotto una rigida regolamentazione. I territori di caccia, situati ai margini della zona protetta, offrono una delle esperienze più emozionanti d’Europa: si attraversano paesaggi fluviali intatti, costellati da tracce evidenti dell’attività dei castori. La presenza dei “Big Five” europei (bisonte, alce, orso, lupo, lince) rende ogni escursione un’avventura.
Riserva di Selyava: eleganza lacustre e caccia al tramonto
Al centro-nord del Paese, intorno al suggestivo Lago Selyava, si svolgono battute di caccia regolamentata in ambienti silenziosi e incantati. Castori, cervi e caprioli sono le prede principali, con appostamenti strategici nei pressi di dighe e stagni. In autunno, la zona è famosa anche per il passo delle oche selvatiche. La caccia si alterna a momenti di relax in rifugi tipici e lodge di caccia, affacciati su specchi d’acqua illuminati dai tramonti boreali.
Belovezhskaya Pushcha: caccia tra le querce secolari
Nella mitica foresta di Belovezhskaya, al confine con la Polonia, la caccia è permessa in forma controllata. Qui, tra i patriarchi arborei della foresta primigenia, si possono inseguire grandi ungulati come bisonti, alci, cervi e cinghiali. Il castoro è meno centrale, ma presente nei ruscelli laterali. L’atmosfera è unica: tra leggende e silenzi antichi, ogni uscita si trasforma in un viaggio nel tempo.
Osveisky: caccia tra laghi e nebbie del nord
La Riserva Paesaggistica Osveisky, nel nord più remoto, è famosa per la caccia agli acquatici e per i suoi canali frequentati dai castori. Le foresterie locali gestiscono una vasta area di caccia controllata, e i paesaggi – con albe nebbiose e tramonti infuocati – fanno da cornice a un’avventura autentica, accompagnata da suoni e profumi della natura selvaggia.
La caccia al castoro in Bielorussia: regole e organizzazione
La caccia al castoro è autorizzata e ben regolamentata. La stagione va dal 1° settembre al 31 marzo, con prelievi selettivi finalizzati a mantenere l’equilibrio ambientale. Il metodo più diffuso è l’appostamento al crepuscolo o di notte, in prossimità delle dighe o nei tratti fluviali frequentati.
I cacciatori stranieri devono rivolgersi a tour operator venatori specializzati, che forniscono supporto per permessi, guide, armi in affitto e licenze temporanee. È richiesta anche un’assicurazione venatoria valida. L’uso del proprio fucile è possibile con regolare permesso di importazione.
Le organizzazioni locali offrono pacchetti completi: trasferimenti da Minsk, lodge sul fiume o nei villaggi, guide esperte, interpreti, cucina tipica e attività accessorie (birdwatching, pesca, escursioni). Ogni dettaglio è pensato per far vivere al cacciatore un’esperienza completa, rispettosa e immersiva.
L’avventura di caccia di Frank: Nel cuore selvaggio del Polesia: la mia caccia al castoro
“Avevo sempre sognato la Bielorussia. Non quella delle città, dei musei o dei monumenti: la Bielorussia delle paludi infinite, dei fiumi che scorrono lenti sotto cieli bassi, delle foreste dove l’uomo è solo un ospite discreto. Era da tempo che leggevo racconti di caccia ambientati in quella regione dimenticata d’Europa, e ogni descrizione risvegliava in me un desiderio profondo: andare. Vedere. Vivere.
Così, dopo mesi di preparativi, un giorno d’autunno mi imbarcai per Minsk. Ad attendermi all’aeroporto c’era Alexander, una guida locale dall’aria schiva ma gentile, occhi chiari e mani che parlavano di alberi, fango e selvaggina. Caricammo l’attrezzatura su una jeep e ci avviammo verso sud, lungo strade sempre più strette, costeggiando villaggi dai tetti di lamiera, campi sterminati e, infine, i primi specchi d’acqua. Le paludi del Pripyat ci accolsero con la loro calma apparente e i loro silenzi densi come il muschio sotto gli stivali.
Il lodge dove alloggiammo era una piccola casa di legno, affacciata sul fiume. Pochi comfort, ma tutto il necessario per stare bene. Quella sera, davanti al fuoco scoppiettante e con una tazza fumante tra le mani, Alexander mi raccontò delle dighe attive avvistate nei giorni precedenti. Tracciammo su una mappa il percorso dell’indomani. E io, con il cuore che già correva oltre la notte, mi ritirai presto: volevo essere pronto.
La sveglia suonò che fuori era ancora buio. Mentre ci inoltravamo nella foresta allagata, il mondo intorno sembrava sospeso: una nebbia lattiginosa avvolgeva tutto, il suolo cedeva sotto i passi e solo il rumore ovattato dei nostri stivali rompeva l’equilibrio. Seguire Alexander era come seguire un animale selvatico: si muoveva con una naturalezza impressionante, indicandomi segni che da solo non avrei mai notato. Tracce fresche di castoro, alberi rosicchiati, impronte sull’argine umido.
Dopo circa un’ora di cammino, raggiungemmo una zona tranquilla dove il canale si allargava. Davanti a noi, una diga perfettamente costruita bloccava il flusso dell’acqua. Ci sistemammo tra due ontani, nascosti dalla vegetazione. E poi, aspettammo.
Il tempo rallentò. Il cielo cominciò a tingersi di sfumature aranciate e le ombre si fecero più lunghe. Proprio mentre la luce calava e il bosco sembrava trattenere il fiato, lo vidi: emerse dall’acqua quasi senza fare increspature, nuotando con la sicurezza di chi è a casa sua. Era magnifico. Rimasi immobile, osservandolo muoversi con quella calma operosa che solo i castori sanno avere. Poi, senza pensarci troppo, presi il fucile, respirai profondamente e sparai.
Il colpo ruppe il silenzio e subito dopo, come un’eco, tornò la quiete. Rimasi lì, ancora qualche istante, in silenzio. Il cuore mi batteva forte, ma non per l’adrenalina. Era qualcosa di più profondo, qualcosa che ha a che fare con il rispetto, con la bellezza cruda di quel gesto antico.
Quella sera, tornati al lodge, Alexander mi servì una cena calda e brindammo con vodka. Fuori, il vento faceva tremare le finestre. Dentro, io ripensavo a quel momento, al castoro, alla foresta, alla luce che filtrava tra i rami. Non era solo la soddisfazione di una preda. Era l’orgoglio di aver partecipato alla vita di quei luoghi senza disturbarli, senza violarli. Un passaggio silenzioso, consapevole, umano.
Da allora, ogni volta che sento il suono dell’acqua che scorre o il fruscio degli alberi, il mio pensiero torna lì, al Pripyat, a quella caccia, a quella sera.
E so che un giorno ci tornerò.”
Tipi di caccia al castoro
La caccia al castoro in Bielorussia può essere praticata principalmente in due modi:
Appostamento serale o notturno: Questo metodo prevede di posizionarsi vicino alle dighe o ai luoghi di alimentazione dei castori durante le ore crepuscolari o notturne, quando sono più attivi. Richiede pazienza e silenzio, poiché i castori sono animali cauti.
Trappolaggio invernale: Durante l’inverno, quando i corsi d’acqua sono parzialmente ghiacciati, è possibile utilizzare trappole autorizzate posizionate strategicamente lungo i percorsi abituali dei castori. Questo metodo è regolamentato e richiede permessi specifici.
Entrambi i metodi devono essere praticati nel rispetto delle normative locali e con l’obiettivo di mantenere l’equilibrio ecologico.
Armi e calibri consigliati per la caccia al castoro
Per la caccia al castoro, è consigliabile utilizzare carabine leggere e maneggevoli, considerando che spesso si opera in ambienti acquatici e boschivi. I calibri più adatti includono:
- .22 Long Rifle: Adeguato per tiri a breve distanza, garantisce precisione senza eccessivo rinculo.
- .223 Remington: Offre una traiettoria piatta e una buona efficacia su animali di piccola e media taglia.
- .243 Winchester: Versatile e con una portata maggiore, è adatto anche per prede leggermente più grandi.
È fondamentale utilizzare munizioni ad espansione controllata per garantire un abbattimento etico e immediato. Inoltre, l’uso di ottiche di qualità migliora la precisione, soprattutto in condizioni di scarsa luminosità tipiche delle ore crepuscolari.
Ricette tradizionali a base di castoro
La carne di castoro, sebbene non comunemente consumata in molte culture, è apprezzata in alcune tradizioni culinarie per il suo sapore ricco e la sua versatilità. In Bielorussia, tuttavia, non esistono ricette tradizionali specifiche a base di castoro. È interessante notare che in Canada esiste una preparazione chiamata “code di castoro” (beaver tails), che sono frittelle dolci fritte, spesso cosparse di zucchero e cannella. Tuttavia, queste non contengono carne di castoro; il nome deriva semplicemente dalla forma che ricorda la coda dell’animale.
Per coloro interessati a sperimentare con la carne di castoro, è possibile adattare ricette di stufati o arrosti utilizzando metodi simili a quelli impiegati per altre carni selvatiche. È importante assicurarsi che la carne sia ben cotta e preparata in modo sicuro, data la sua natura selvatica.
Castoro stufato alla boscaiola (per 4 persone)
Ingredienti:
- 1 kg di carne di castoro (spalla o coscia disossata), frollata e ben pulita
- 2 cipolle dorate
- 2 carote
- 2 coste di sedano
- 2 spicchi d’aglio
- 2 foglie di alloro
- 4 rametti di timo fresco
- 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
- 250 ml di vino rosso corposo
- 500 ml di brodo di carne (o selvaggina)
- 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva o strutto
- 1 cucchiaio di farina
- Sale e pepe nero q.b.
- 6 bacche di ginepro leggermente schiacciate (facoltative)
- 200 g di funghi misti (porcini, champignon o selvatici, freschi o secchi ammollati)
Preparazione:
Marinatura (facoltativa ma consigliata): Taglia la carne a pezzi grossi e lasciala marinare in frigo per 12 ore con vino rosso, cipolla a fettine, qualche bacca di ginepro, alloro e un rametto di timo. Scola, tampona e tieni il liquido filtrato da parte.
Rosolatura: In una casseruola capiente, scalda l’olio o lo strutto e rosola bene i pezzi di carne su tutti i lati finché non saranno ben dorati. Togli la carne e mettila da parte.
Soffritto: Nello stesso fondo, aggiungi cipolla, carota, sedano e aglio tritati. Lascia appassire dolcemente per circa 10 minuti, poi unisci la farina e mescola.
Cottura lenta: Rimetti la carne nella pentola, aggiungi il concentrato di pomodoro, il vino rosso (o il liquido della marinata), il brodo caldo, le erbe aromatiche e le bacche di ginepro. Copri e fai cuocere a fuoco lento per 2 ore, mescolando ogni tanto.
Aggiunta dei funghi: Trascorsa un’ora e mezza, unisci i funghi (precedentemente saltati in padella se freschi, o ammollati se secchi). Prosegui la cottura finché la carne sarà tenerissima e il sugo ben ristretto.
Servizio: Servi ben caldo, accompagnato da purè di patate, polenta rustica o pane nero tostato. Una spolverata finale di pepe nero e qualche fogliolina di timo fresco lo renderanno perfetto.
Consiglio vino: Abbinalo a un rosso robusto e speziato: Lagrein, Aglianico, Pinot Noir canadese o Syrah.
La tua caccia al castoro in Bielorussia
Se sogni un’esperienza venatoria autentica, lontana dai circuiti battuti, la caccia al castoro in Bielorussia è l’avventura che fa per te. Foreste allagate, silenzi profondi, tramonti infuocati e l’emozione di seguire le tracce di uno degli animali più affascinanti del continente ti aspettano. Le migliori stagioni stanno per iniziare: contattaci ora e pianifica la tua spedizione, con guide esperte, lodge immersi nella natura e tutta l’organizzazione necessaria per vivere un viaggio indimenticabile.
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