Una caccia d’altri tempi. il Gallo Cedrone in Bulgaria
Caccia al canto al Gallo Cedrone in Bulgaria
“Casa fatta d’alba, fatta di polline, di pioggia e di terra antica ed eterna…” I monti Rodopi, soprattutto sul versante bulgaro, sono casa per il più affascinante tetraonide. La terra antica ed eterna di Tracia ospita numerose arene di canto dell’Urogallo che, maestoso e tronfio, chiama le sue femmine all’accoppiamento in un rito ancestrale che affascina e attira il cacciatore in questa nazione.
I monti Rodopi, catena montuosa dell’Europa meridionale compresa per la maggior parte nell’area della Bulgaria meridionale e per il resto in Grecia, sono ricchi di animali selvatici, tra cui anche camoscio balcanico e cervi.
Ma un altro abitante dei Rodopi è proprio il gallo cedrone. Queste catene montuose, oltre ad essere ideali per praticare la caccia al gallo cedrone, offrono magici paesaggi agli occhi dei cacciatori che vi si avventurano.
Periodo e zona di caccia al Gallo Cedrone
L’Urogallo vive in alta montagna, nella fascia che ospita larici, mirtilli e rododendri. Il colore del piumaggio del gallo cedrone è grigio con riflessi verdi. Ha una macchia bianca sull’ala e delle caruncole rosso vivo, che lo caratterizzano.
La caccia al gallo cedrone praticata al canto è una delle più emozionanti per un cacciatore appassionato.
Una delle destinazioni migliori per questo tipo di caccia all’estero è la Bulgaria.
Il periodo in cui si svolge è breve e va da metà aprile a metà maggio e le licenze disponibili sono sempre poche.
Ci sono paesi poi nei quali la caccia al gallo cedrone può essere praticata anche con il cane da ferma, come ad esempio in Lapponia, Scozia o Russia.
Il canto del gallo cedrone
La “tipica” caccia al gallo cedrone resta però quella al canto quando i galli cantano per attirare le femmine: questo avviene prima del sorgere del sole. Durante il suo canto, che si compone di tre fasi, l’Urogallo può perdere momentaneamente l’udito, consentendo l’avvicinamento del cacciatore.
Sui Monti Rodopi, data la densità di popolazione di questi selvatici, ci si sente al centro di richiami incrociati.
Proprio grazie all’alta concentrazione del Gallo Cedrone in queste zone montuose della Bulgaria, il successo della caccia è quasi garantito. Qui è ancora possibile perseguire questa ambita preda con il metodo tradizionale dell’avvicinamento durante il canto.
La Bulgaria è uno dei pochi paesi nei quali è ancora consentita questa caccia che è stata chiusa invece in altri paesi come l’Italia e la Romania.
Metodo di Caccia e Arma consigliata
L’animale viene insidiato nelle arene di canto. Ad ogni canto del gallo cedrone ci si muove di 3 passi e appena smette di cantare, il cacciatore si deve fermare. È un po’ come giocare a 1, 2, 3 stella.
Il gallo può rimanere in silenzio anche per 15/30 minuti, per questo motivo la caccia, a volte, si protra e per ore.
Sui monti Rodopi, in cui la temperatura media annuale è di circa 12 gradi, l’abbigliamento del cacciatore deve essere quello per la caccia alpina, poco rumoroso e di colori mimetici.
In queste aree montuose, anche se la stagione venatoria si apre nel mezzo del mese di aprile, le temperature possono essere ancora molto rigide.
Si raccomanda sempre l’utilizzo degli scarponi, a causa delle asperità del terreno del sottobosco alpino. Le armi consigliate sono il calibro 12, ma anche carabine in 5 mm con palle solide.
Se desideri provare l’esperienza della caccia al gallo cedrone, respirare il profumo di larice dei Rodopi e sentire il canto d’amore del gigante tetraonide affrettati, la stagione sta per iniziare e le licenze rimaste sono pochissime!
Un’Avventura nei Monti Rodopi: La Caccia al Gallo Cedrone di Andrea
La luce dell’alba si insinuava lentamente tra le cime degli alberi, dipingendo il paesaggio con sfumature di oro e rosso. Andrea, un cacciatore con una passione profonda per la natura selvaggia, si trovava nel cuore delle foreste dei Monti Rodopi, pronto per un’avventura che avrebbe custodito nei suoi ricordi per sempre.
Con in spalla la sua fidata Franchi Horizon in calibro .223, Andrea si muoveva con passo leggero tra i sentieri ombrosi e silenziosi. Ogni rumore, ogni fruscio delle foglie sotto i suoi piedi era un richiamo alla cautela. La Franchi Horizon, con la sua precisione e maneggevolezza, era l’arma perfetta per questa caccia di precisione e pazienza.
Era la fine di aprile, il periodo magico del canto dei galli cedroni. Questi maestosi uccelli si esibivano nelle loro arene di canto, un rituale antico che celebrava la vita e l’amore. Andrea si fermò per un momento, chiudendo gli occhi e lasciando che il suono melodioso del gallo cedrone riempisse l’aria. Il canto era un mix di schiocchi e gorgheggi, un richiamo che risuonava tra gli alberi e portava con sé un senso di magia e mistero.
Andrea avanzò lentamente, il cuore che batteva forte in petto. Ogni passo era misurato, ogni movimento calcolato. Sapeva che il gallo cedrone era un animale vigile e attento, e qualsiasi errore avrebbe potuto farlo volare via in un istante. Con la carabina saldamente in mano, si spostò dietro un grande pino, usando la vegetazione come copertura.
Finalmente, Andrea lo vide. Il gallo cedrone, con il suo piumaggio maestoso e iridescente, era in pieno canto, ignaro della presenza del cacciatore. Il suo petto gonfio risplendeva alla luce del sole nascente, un’esplosione di colori che pareva un dipinto vivente. Andrea trattenne il respiro, ammirando la bellezza pura e selvaggia di quell’istante.
Con la delicatezza di un gesto antico, Andrea sollevò la Franchi Horizon, il mirino puntato con precisione. Ogni dettaglio era perfetto: la tensione nell’aria, il profumo del bosco, il suono ritmico del canto. Quando il momento fu giusto, Andrea premette il grilletto. Il colpo risuonò tra gli alberi, un suono che si mescolò al canto della foresta.
Il gallo cedrone cadde silenziosamente, il suo canto interrotto ma la sua bellezza intatta. Andrea si avvicinò con rispetto, raccogliendo l’uccello con mani delicate. Lo osservò per un momento, riflettendo sulla magnificenza della natura e sulla connessione profonda che la caccia crea tra l’uomo e l’ambiente.
Rimase lì, nel cuore dei Monti Rodopi, immerso in un silenzio reverente. Pensò ai cacciatori di un tempo, a quelli che avevano vissuto queste stesse emozioni e che avevano rispettato gli stessi rituali. Con un sorriso sereno, Andrea decise di proseguire la sua avventura, portando con sé non solo il trofeo, ma anche un ricordo indelebile di una caccia che sembrava provenire da un’epoca lontana, dove l’uomo e la natura danzavano insieme in un’armonia perfetta.
Mentre il sole continuava a salire, Andrea si incamminò verso nuovi orizzonti, grato per l’esperienza vissuta e per la bellezza senza tempo che solo le foreste dei Monti Rodopi potevano offrire.
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