Il grande slam spagnolo

Published On: 11 Gennaio 2023

Tra fiumi di rosmarino e timo, sulle aspre “sierre” spagnole, si può perseguire il sogno del Grande Slam ispanico.

Immaginate un silenzio assoluto, l’unico strepitio è quello della sottile pietraia, macchiata di timo e rosmarino, che si sgretola sotto gli scarponi.

In lontananza la vista dello stambecco, distribuito a macchia di leopardo sui Monti della Spagna e che con petto e barba nera contrastano col chiarore delle rocce, mentre il profumo salso dell’aria acuisce i sensi.

Il Grande Slam Ispanico è un must per ogni cacciatore appassionato di ungulati e consiste nella caccia dei quattro stambecchi: Beceite, Gredos, Ronda e Sierra Nevada.

caccia del Grande Slam spagnolo

Lo stambecco ispanico è un animale possente. Il manto bruno scuro è tinto da macchie ocra e ruggine, le zampe sono corte e potenti in grado di affrontare le rocce tipiche della zona. Le sue corna, con la caratteristica forma a lira, lo rendono estremamente particolare.

Sui monti tristemente noti per la guerra civile, tra Barcellona e Valencia, il “Beceite”, è la prima capra che solitamente si affronta per “collezionare” le 4 meraviglie spagnole.

Maestoso e possente salta sulle rocce profumate di erbe e salsedine da cui si ammira il mare e la foce dell’Ebro famoso per le sue paludi ricche di anatre.

Oltre Madrid, in Estremadura, si può insidiare lo stambecco di Gredos, il più grande e il più difficile da cacciare per l’asperità del terreno e per la sua astuzia.

Tra i “pueblos blancos” dell’Andalusia, tra Mediterraneo e Oceano, le due piccole capre di Ronda e Sierra Nevada chiudono lo Slam spagnolo in un’armonia particolare che trattiene il cacciatore anche oltre l’atto venatorio: cibo straordinario e paesaggi mozzafiato in una totale immersione nella cultura di questa splendida nazione.

Tutte queste zone montuose sono caratterizzate da terreni sassosi e spinosi, valli e dirupi da brivido, ma addolcite, soprattutto nei primi mesi dell’anno, da bellissimi mandorli di fiore, simbolo di speranza.

Il profumo di timo e di rosmarino, che dal crinale al fondo della valle si perde in discesa, vi accompagnerà nel prelievo degli ungulati ispanici.

Questi animali prediligono l’altitudine: sfidando il vuoto e la verticalità con molta leggerezza. Inseguire queste capre astute significa elevarsi a quote superiori ai 1400 metri, percorribili spesso solo a piedi, tra rocce e spine sulle quali, solo il cacciatore con una buona preparazione fisica e resistenza, saprà mantenersi in equilibrio.

Gli stambecchi, impegnati nel pascolo in un costante movimento irregolare, si muovono spesso in branco e la caccia al vecchio maschio, celato e protetto tra le femmine e i giovani che gli fanno da corona, richiede un lavoro di pazienza e prudenza.

I paesaggi mozzafiato, l’eccezionale stalking mentre si praticano a piedi gli impervi sentieri di montagna per raggiungere gli altopiani nascosti rendono questa destinazione particolarmente ambita dai cacciatori italiani.

La musica, la lingua e la cultura di questi territori, qualcosa di estremamente originale ma allo stesso tempo così familiare, faranno infine da cornice alle giornate di caccia, alleviando la fatica e rendendo quest’esperienza memorabile.

La voglia di ritornare è assicurata!

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