Il nostro anno venatorio. Tiriamo le somme!

Published On: 30 Dicembre 2020

Un anno venatorio particolare, ma ricco di emozioni ed entusiasmanti avventure.

Quest’anno è stato di certo un anno particolare, che ci ha sicuramente lasciato con l’amaro in bocca per alcuni aspetti. Ma tutto il nostro staff ha saputo reagire nel migliore dei modi, con la costante determinazione di realizzare progetti per il futuro, incrementando i nostri servizi in Italia e all’estero e tenendo vivo il rapporto con i nostri clienti.

Tirando le somme di questo anno insolito, il team Montefeltro ha provato a riassumere in poche righe ciò che ha vissuto in questo 2020 e ciò che ricorda maggiormente.

Leggi i racconti di Enrico, Carlo, Andrea, Angelo e Luca.

L’anno venatorio di Enrico Zaina.

“Ciò che ci ha sempre contraddistinto e che ci permette di realizzare viaggi di caccia indimenticabili è senza dubbio l’indole pioneristica e lo spirito libero del nostro marchio. Ed è inutile nascondere che il 2020 resterà un anno che ricorderemo a lungo e che apparterrà alla storia del mondo.

Ero elettrizzato dalla nuova stagione di caccia che si stava aprendo: dopo la partecipazione alla fiera HIT Show di Vicenza i segnali erano molto positivi e l’interesse di molti appassionati mi avevano donato l’entusiasmo dei tempi migliori. Poi, però, la chiusura totale ha fatto saltare tanti viaggi programmati da tempo.

A settembre il mio viaggio in Lapponia ha acquisito un’importanza vitale: il bellissimo territorio dal quale eravamo circondati ci ha fatto vivere emozioni uniche ed io sono diventato sempre più consapevole di esser un P.H. fortunato e di far parte di un grande team come quello di Montefeltro che non lascia nulla al caso.

In più, il mio sopralluogo in Bulgaria a visionare nuove riserve, così come i censimenti su starne e coturnici in Macedonia sono i segnali della voglia di lottare e mettersi in gioco.

Nonostante tutto, quest’anno siamo riusciti a realizzare, anche se per un numero esiguo di clienti, il loro sogno ed ora, con la determinazione che ci contraddistingue, siamo pronti per la ripartenza.”

L’anno venatorio di Carlo Cazzaniga.

“Sebbene per un momento sembrava che la stagione venatoria nella riserva di caccia Montefeltro (PC) potesse svolgersi regolarmente, è inutile dire che in realtà è stata fortemente condizionata dalla situazione COVID. Nonostante tutto, non ci siamo persi d’animo e arrivati alla fine dell’anno siamo contenti e soddisfatti del nostro lavoro.

La stagione degli ungulati è andata bene, il piano di abbattimento dei caprioli maschi è stato completato e i cinghiali abbattuti sono stati 13. Fino alla chiusura per Covid, le giornate di caccia dei nostri cacciatori cinofili sono state veramente positive.

Le loro impressioni e gli ottimi feedback che ci hanno trasmesso ci hanno fatto capire quanto amore mettiamo nel nostro lavoro e che, nonostante le difficoltà, siamo in grado di far vivere ai nostri clienti un’esperienza unica, anche dietro casa.

Chi ha frequentato la nostra riserva per la prima volta è rimasto soddisfatto non solo dei terreni di caccia, ma anche del nostro staff e della giornata trascorsa. Si confermano, da parte dei quotisti, le ottime impressioni già riscontrate nelle stagioni passate.

Non c’è dubbio che la riserva di caccia Montefeltro mette d’accordo tutti: i terreni di caccia, la moderna e accogliente club house sono l’ambiente ideale per trascorrere una bella giornata di caccia, sia per gli amanti di caccia alla piuma, sia per quelli agli ungulati.”

L’anno venatorio di Andrea Cavaglià.

“Era il 6 novembre quando il Piemonte è diventato zona rossa. Una decisione che non credevo potesse arrivare ma che nel giro di qualche ora ha stravolto la mia routine del fine settimana. Ho preso coscienza della realtà dei fatti quando un sabato mattina mi sono ritrovato col telecomando in mano, alla ricerca di una serie da iniziare: erano anni che non passavo un weekend sul divano e seppur la situazione possa sembrare accattivante, desideravo essere da tutt’altra parte.

La mia stagione era iniziata con un’esperienza di caccia al capriolo particolare perché fatta in alta quota, pochi giorni prima dell’apertura del camoscio. È da qualche anno che, insieme ad un gruppo di amici, inauguriamo la stagione in tenda: questa è stata la nostra normalità anche in un anno così “diverso”. L’inizio stagione aveva portato quella ventata di positività e leggerezza che sembrava aver allontanato i brutti ricordi di marzo ma anche questa volta è risultata passeggera, incerta e molto instabile.  

In un attimo mi son ritrovato in una calda mattinata di novembre, a 2000 m con la carabina in spalla a leggere il messaggio che decretava la chiusura della caccia il giorno seguente. Da quel momento fino al tramontare del sole sono stato investito da un vortice di adrenalina ed emozione che mi hanno visto tornare a casa con un trofeo di cervo da sogno e una storia in più da raccontare.”

L’anno venatorio di Angelo Veglianti.

“Con la fine di questo 2020, ci lasciamo alle spalle una delle stagioni venatorie più strane dell’ultimo decennio. Lo scorso gennaio eravamo partiti per la magnifica Bulgaria che, come sempre, è stata in grado di regalarci grandi emozioni cacciando la regina del bosco.

Al nostro rientro era tutto pronto per il grande appuntamento con la fiera Hit di Vicenza 2020. Erano nati tanti progetti ma, purtroppo, non avevamo fatto i conti con quello che sarebbe arrivato di lì a poco. Ecco che il blocco totale ha cancellato tanti dei programmi Montefeltro: dai viaggi in Macedonia per allenare i nostri compagni sulle starne o per cacciare quaglie in estate ai voli in Scozia a caccia di colombacci.

Una delle destinazioni che ha tenuto viva la nostra voglia di viaggiare in totale sicurezza è stata la Lapponia. Nel mese di settembre ci ha fatto vivere intese settimane di caccia su un territorio estremamente suggestivo accompagnate da lunghe camminate tra le foreste a ricorrere pernici artiche, nordiche e galli cedroni.

Qui, ci eravamo dimenticati di tutti i mesi passati a casa senza poter vivere la nostra più grande passione.”

L’anno venatorio di Luca Bogarelli.

“Questo maledetto virus, del quale ci ricorderemo a lungo, ci costringe all’isolamento. Dopo ogni rapida uscita per gli approvvigionamenti si rientra in casa, ci si toglie la mascherina, si sfilano i guanti in lattice e… di corsa a lavarsi le mani con l’Amuchina.

Sono davanti al lavandino e mi sto versando il prodotto a base di cloro sulle mani e il suo pungente odore fa scatenare il ricordo. Sarà la forzata “immobilità”, il mio innato desiderio di spaziare viaggiando per il mondo, la mia propensione a lasciar libera la fantasia o, chissà, una persistente forma maniacale: mi trovo a volare col pensiero in Cameroun.

È stata una bellissima avventura, in compagnia di due cari amici, contrassegnata dal forte odore di cloro perché al campo, l’unica acqua disponibile era quella di un pozzo, ricco di “vita” e di fogliame, che andava decisamente disinfettata.

A parte i ricordi più o meno lontani, questo 2020 è stato contrassegnato dall’impossibilità di viaggiare e di cacciare (solo un paio di camosci sulle nostre Alpi) perché il lockdown nelle zone rosse (proprio quelle alpine) ha determinato la chiusura temporanea della caccia eccezion fatta per il contenimento del cinghiale.

Sono certo che ci rifaremo la prossima stagione.”

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