Week-end in montagna a caccia di camosci.
Qual è il modo migliore per un cacciatore di inaugurare la stagione autunnale? Sicuramente un week-end in montagna!
Ecco come hanno trascorso lo scorso weekend Marco e Andrea nelle nostre bellissime alpi Piemontesi.
“Finalmente è venerdì, la carabina è tarata, lo zaino è pronto con scarponi, ghette e binocolo e noi siamo pronti a partire per la Val Maira così da iniziare a cacciare presto già la mattina del sabato. Appena arrivati a destinazione veniamo accolti da Giovanni, la nostra guida che ci accompagnerà durante queste due giornate di caccia. Il posto è a dir poco suggestivo: un piccolo villaggio di montagna, in pietra e legno, completamente ristrutturato e curato in ogni minimo dettaglio.
Manca il sorriso del Monviso alle nostre spalle, così coperto dalle nuvole com’è. Nuvole che non promettono nulla di buono, ma già le previsioni ci avevano annunciato uno scroscio d’acqua per la sera del venerdì e un miglioramento per il giorno successivo.
Una volta sistemati nelle nostre camere, la sera ceniamo al tavolo del delizioso ristorantino dell’altrettanto delizioso albergo della borgata, dove le specialità della Val Maira (non ultimi i ravioli al mitico formaggio Castelmagno) deliziano il palato e ci preparano alla breve notte che ci attende. Tutto calza a pennello con il paesaggio alpino che ci circonda e ci fa sentire come a casa.
È sabato mattina e dopo aver passato la notte nella calda e confortevole casa di caccia, ci dirigiamo verso la zona di caccia che è raggiungibile comodamente in auto.
Consapevoli che il camoscio è sicuramente la preda di elezione della caccia alpina, ci affidiamo a Giovanni, la nostra esperta guida, disponibile e attento a tutte le nostre esigenze.
Alle sette siamo già in quota in attesa di sbinocolare e, a luce fatta, cominciamo a scandagliare valli e pietraie, canaloni e cenge. Le alpi ci fanno da cornice e ci rendiamo subito conto di come il territorio sia abitato da tante specie diverse e in abbondanza.
La prima sera torniamo a casa a mani vuote (o forse meglio dire a zaino vuoto) ma la giornata in quota è stata comunque appagante. Oltre ai camosci abbiamo avuto la fortuna di avvistare anche galli e cervi che ci hanno regalato l’opportunità di sentire l’affascinante bramito del re degli ungulati.
Tornati in casa di caccia ci godiamo un po’ di meritato relax. C’è qualcosa di meglio di una vasca idromassaggio con vista sulle Alpi e un gustoso aperitivo a base di birra salumi e formaggi dopo una giornata di caccia in montagna?
Freschi e riposati siamo pronti per affrontare un’altra giornata di caccia.
Arrivati in quota, in uno sprazzo di chiarore, avvistiamo a più di seicento metri un buon branchetto che rivela la presenza di un buon maschio, una femmina asciutta e alcune altre femmine con capretto. Si parte, prima in fuori strada, poi a piedi tra le folate di nebbia e, giunti a una distanza ragionevole, ci si prepara. Ci portiamo sopra l’animale in modo da avere una migliore visuale e un lasso di tempo più lungo per il buon piazzamento del fucile. Ci sistemiamo su zaino e bipiede, cercando di trovare un appoggio stabile per un tiro di precisione che ci consentirà di portare a casa un altro trofeo.
Sarà il becco o la vecchia femmina? Chissà, e il colpo rimbomba nella valle.”
Se vuoi saperne di più sulla caccia al camoscio scrivici QUI.
Montefeltro sui Social