Rivergaro: là dove il capriolo parla con l’erba alta

Published On: 20 Giugno 2025
caccia al capriolo a Rivergaro

La caccia al capriolo a Rivergaro, tra colline silenziose e paesaggi sospesi, diventa esperienza, ascolto, emozione.

Quando il primo sole bacia le colline di Rivergaro, il mondo sembra fermarsi.

La bruma si solleva lentamente, come un velo di seta strappato via dalle dita di un amante. Gli alberi, ancora intorpiditi dalla notte, si stirano verso la luce, mentre l’aria si riempie di quel profumo umido di terra e foglie, di muschio e rugiada. È in questo momento, quando il cielo è ancora un misto di viola e oro, che il bosco inizia a parlare.

I colli piacentini, morbidi e ondulati come una carezza, svelano piano piano la loro anima segreta. Non è una bellezza plateale, ma una bellezza discreta, da scoprire passo dopo passo, respiro dopo respiro. Qui, a Rivergaro, la natura non si impone, ma si offre con grazia. Ogni valle custodisce una storia, ogni curva del paesaggio cela un segreto: un vecchio sentiero dimenticato, un casolare in pietra, un muretto a secco che resiste al tempo.

Emozione della caccia al capriolo

Il silenzio è profondo, ma mai vuoto. È pieno del battito d’ali improvviso di un fagiano, del fruscio discreto del capriolo che sfiora il sottobosco, del richiamo lontano di un rapace che disegna cerchi nel cielo terso. Ed è proprio qui, in questa riserva disegnata con amore tra i colli di Piacenza, che la caccia si trasforma in qualcosa di più: in un dialogo antico tra l’uomo e la terra, in un ritorno consapevole al ritmo delle stagioni, dei passi, dell’attesa.

Rivergaro è un luogo che parla a chi sa ascoltare. Non solo al cacciatore, ma a chiunque cerchi un contatto autentico con la natura, un momento di verità. Quando le prime luci del giorno filtrano tra i rami e il respiro si fa vapore, si comprende che non si è più soli, ma parte di qualcosa di più grande, di più profondo, di eterno.

E io, cacciatore e viandante di queste terre, mi fermo ad ascoltare.

Il mio fucile è ancora a riposo, perché qui, tra la bassa val Trebbia e la val Nure la caccia non è solo inseguimento, è poesia. È il dialogo muto tra l’uomo e la natura, tra il passo felpato del capriolo e il fruscio dell’erba alta che gli accarezza il ventre.

Il richiamo del bosco

Cammino lungo i sentieri che si inerpicano tra i carpini e le querce, dove le radici affiorano come vene della terra. Qui, ogni pietra ha una storia, ogni ramo spezzato è un messaggio. Il capriolo, timido e regale, è il custode di questi silenzi.

Questa mattina, il vento soffia da nord-est, perfetto per nascondere il mio odore. Mi muovo con cautela, un passo dopo l’altro, sentendo sotto gli scarponi lo scricchiolio minimo della ghiaia. Mi fermo spesso, in ascolto. Il bosco ha un suo linguaggio: lo scoiattolo che schiocca un ramo, il picchio che tamburella in lontananza, il fruscio improvviso di un uccello che si alza in volo.

E poi, eccolo.

Il richiamo del bosco

Un movimento tra le ombre. Solo un tremito dell’erba, quasi impercettibile. Trattengo il respiro.

Lui emerge come un fantasma, il muso teso verso l’aria, le orecchie a punta che ruotano come radar. È un maschio anziano, il pelo lucido, gli occhi neri e profondi. Si muove con grazia infinita, ogni passo calcolato, ogni sguardo una mappa dei pericoli.

Il cuore mi batte forte, ma non è paura, non è solo eccitazione. È rispetto.

Abbasso lentamente la mano verso la carabina, senza fretta, senza movimenti bruschi. Lui ancora non mi ha visto. Un ultimo passo, un ultimo respiro trattenuto.

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Un esemplare anziano M3 di capriolo in regresso. Il prelievo di selezione perfetto secondo il piano di gestione.

Poi, alza la testa. I nostri occhi si incontrano per un attimo infinito.

Il momento della verità. Nella caccia, tutto può cambiare in un secondo.

Il capriolo freme, le narici dilatate. Sa che qualcosa non va. Un istante di esitazione, ed è già troppo tardi.

Il mio dito preme il grilletto con la delicatezza di un pittore che completa un quadro. Il colpo rompe il silenzio, un’eco che rimbalza tra le colline.

Per un attimo, il mondo sembra fermarsi.

Poi, il tonfo sordo del selvatico che cade sull’erba.

Mi avvicino con passo lento, il cuore ancora in gola. Lui è là, immobile, gli occhi ancora aperti, come se guardasse verso un orizzonte lontano. Mi inginocchio accanto a lui, poso una mano sul suo fianco ancora caldo. Sento sotto le dita il pelo morbido, il respiro che si spegne.

Non c’è trionfo in questo momento, solo una strana pace.

Ringrazio silenziosamente, come mi ha insegnato mio nonno. Per la sua vita, per il suo sacrificio, per il dono che fa a me e alla terra.

La danza delle stagioni

Rivergaro è un luogo che cambia pelle con le stagioni. In primavera, i prati esplodono in un turbine di fiori selvatici, e l’aria canta di ronzii d’api e richiami d’uccelli. L’estate avvolge tutto in un abbraccio caldo, dorato, e il fiume Trebbia scorre lento, invitando a bagnarsi nelle sue acque chiare.

Ma è l’autunno il momento più magico.

Quando le foglie diventano fuoco e il vento porta l’odore del mosto dalle vigne vicine, il bosco si trasforma in un teatro di colori e movimenti. I caprioli si fanno più audaci, i cinghiali scavano tra le radici, e i lupi ululano nelle notti stellate.

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E io, con la mia carabina come una compagna fedele, mi perdo in questa danza. Non per dominare, ma per farne parte. Perché la caccia, quando è fatta con rispetto, non è violenza, è partecipazione. È l’istinto antico che ci lega alla terra, che ci ricorda chi eravamo e, forse, chi potremmo ancora essere.

Il crepuscolo e il ritorno

Quando il sole comincia a cadere dietro le colline, tingendo il cielo di rosa e porpora, so che è ora di tornare. I miei passi sono lenti, pesanti di emozioni. Porto con me non solo la preda, ma i ricordi: il volo di una poiana, il profumo della menta selvatica, il suono del vento tra i roveri.

Rivergaro mi ha donato un altro giorno di vita, un altro frammento di bellezza. E mentre la notte avvolge la valle, so che domani tornerò. Perché qui, dove il capriolo parla con l’erba alta, ogni istante è una storia che merita di essere vissuta.

“E così, cacciatore e poeta, mi allontano dal bosco. Ma il bosco non lascia mai me.”

caccia al capriolo

FAQ: Domande frequenti sulla caccia al capriolo a Rivergaro

Dove si trova la zona di caccia al capriolo a Rivergaro?

La caccia al capriolo si svolge nella zona collinare di Rivergaro, in provincia di Piacenza, all’interno della riserva privata gestita da Montefeltro. Il territorio, facilmente raggiungibile da Milano e dal Nord Italia, si estende su oltre 1.000 ettari di ambienti naturali incontaminati, vocati per la caccia di selezione.

Che caratteristiche ha il territorio?

Il contesto collinare di Rivergaro è caratterizzato da boschi misti, radure, prati e zone agricole, con altitudini comprese tra i 200 e i 350 metri. L’ambiente favorisce sia la presenza stabile di caprioli sia l’avvistamento in condizioni ottimali, con percorsi accessibili ma suggestivi.

Quando si può cacciare il capriolo a Rivergaro?

I periodi autorizzati per la caccia selettiva al capriolo sono:

  • Maschi adulti: dal 1° giugno al 15 luglio e dal 15 agosto al 30 settembre
  • Femmine e piccoli: dal 1° gennaio al 31 marzo

Questi periodi seguono il calendario venatorio ufficiale e sono pensati per garantire un prelievo sostenibile e rispettoso dell’equilibrio faunistico.

Come si svolge la caccia al capriolo?

La caccia avviene in modalità selettiva a palla, generalmente da altane ben posizionate. Le uscite si svolgono all’alba o nel tardo pomeriggio, nei momenti in cui i caprioli sono più attivi. Le guide esperte di Montefeltro assistono il cacciatore in ogni fase, dalla preparazione al tiro.

Serve esperienza per partecipare?

Non è indispensabile essere esperti. Ogni cacciatore è accompagnato da una guida qualificata, che fornisce supporto nell’identificazione del capo, nella valutazione del trofeo e nella sicurezza della battuta. È comunque consigliata una minima familiarità con la carabina.

Che tipo di capriolo si può prelevare?

La riserva ospita una popolazione equilibrata e sana di caprioli. Si possono prelevare M1, M2, M3 e femmine e piccoli, secondo i piani di abbattimento stabiliti. La selezione viene effettuata con attenzione e rispetto, per garantire la continuità della specie in un ottica di gestione.

Quali servizi sono inclusi nell’esperienza?

Oltre all’organizzazione della battuta e all’accompagnamento in campo, Montefeltro mette a disposizione:

  • Club-house attrezzata con servizi per i cacciatori
  • Cucina del territorio
  • Camere per la notte con bagno ensuite
  • Supporto logistico completo
  • Possibilità di prenotare uscite singole o pacchetti personalizzati
  • Servizio professionale di macellazione, porzionamento e confezionamento sottovuoto della carne del capo prelevato, per poter portare con sé il frutto della propria esperienza venatoria, lavorato in modo igienico e pronto al consumo.

Cosa devo portare con me?

Per partecipare alla caccia al capriolo a Rivergaro è necessario:

  • Licenza di caccia in corso di validità
  • Porto d’armi per fucile a canna rigata
  • Abbigliamento da caccia tecnico e adatto al clima collinare
  • Carabina con ottica di precisione possibilmente tarata al poligono a 100m (con possibilità di noleggio su richiesta)

Come posso prenotare?

Contattando direttamente Montefeltro riceverai una proposta dettagliata e personalizzata, con calendario disponibile, opzioni di prelievo, costi e servizi inclusi. Il nostro team ti seguirà passo passo nella pianificazione.

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