Cosa portare in un viaggio in Africa? Leggi i consigli di Luca.

Published On: 3 Giugno 2020
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Molte volte ci siamo chiesti, prima di partire per un viaggio venatorio in Africa, che cosa dobbiamo e che cosa valga la pena di portare nel nostro bagaglio.

Innanzi tutto va valutato il tipo di caccia che abbiamo scelto: alle antilopi, ai big five, oppure a entrambe le tipologie.

L’attenzione maggiore va dedicata, ovviamente, alla scelta dell’arma. Nel primo caso una bolt action in calibro 300 o 7 mm è più che sufficiente con palle da 165/168 grani per i 300, e 150 per il 7 mm se si tratta di palle in rame, mentre per palle in piombo camiciato arriviamo pure fino a 180/200 grani per i primi, e 175 per il secondo. I grandi incassatori come eland, gnu, zebre, hartebeest e orici, con una palla in rame ad affungamento ben piazzata, dopo breve fuga cadranno inesorabilmente.

Diversa deve essere la scelta per il dangerous game: in questo caso calibri che partano dal 375 HH in su (tutti i 416 sono ottimi). Per quanto mi riguarda, di solito, opto per il 416 Rigby con palle da 300 o 400 grani o, se voglio portare un unico fucile, per un 378 Wby con palle da 270 grani in rame ad affungamento controllato, specialmente per il bufalo.

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Viaggio venatorio in Africa: la scelta dell’arma adatta.

Per l’elefante il discorso è diverso: a prescindere dal calibro per cui si opta, le palle devono essere certamente full metal jacket. Questi mastodonti hanno pelle spessissima e ossa piene, diversamente dagli altri mammiferi, quindi una palla deve possedere forte penetrazione (anche se si decide di sparare in area cuore/polmoni) e deve essere in grado di frangere con potenza l’ossatura della scatola cranica.

Per i felini, pur bastando un 300 o un 375, le palle devono essere soft point e, se in rame, ad affungamento. Si tratta di animali a pelle tenera ed estremamente delicati. Con il leone, in particolare, se pure dovesse caricare da ferito, avremmo migliori probabilità di arresto con palle morbide.

Per il bufalo, palle in rame (Barnes, Hornady, Hasler) faranno egregiamente il loro dovere, previo piazzamento del colpo in area cardiopolmonare. Lascerei le solide all’uso del professionista per un back up su carica.

Il cacciatore che vorrà utilizzare un express per bufalo o elefante, avrà presumibilmente una certa dimestichezza con tali animali, e saprà, quindi, comportarsi di conseguenza.

Un accessorio tecnico come la cinghia per il fucile potrebbe risultare comodo, anche se vi sarà sempre un gun bearer a sopportare il peso dell’arma in vece vostra. È consigliabile portare un fodero leggero in tela per proteggere l’arma dalla polvere e un coltellino svizzero per ogni evenienza (niente coltellacci o scimitarre che servono solo a farsi del male).

Cerchiamo sempre di utilizzare un appoggio sicuro, sia esso uno stick o un ramo.

Le cuffie antirumore sono a mio avviso inutili dal momento che in un safari si sparano pochi colpi, ma questa scelta dipende dalla “delicatezza” auricolare del cacciatore. A questo proposito cercate di non montare il freno di bocca: i P.H. ve ne saranno grati. Sono, infatti, loro che vi stanno di fianco quando esplodete il colpo.

Meglio doppiare velocemente se non si è sicuri dell’esito del tiro, soprattutto su un animale pericoloso. Quando ci si avvicina alla preda in terra, facciamolo con cautela, lasciando che sia il professionista ad accostarsi per primo: anche una piccola antilope ferita può, infatti, essere pericolosa.

Ascoltate sempre con attenzione ciò che vi dice il P.H. e seguite i suoi consigli, e osservate il comportamento dei trackers: ne sanno molto più di noi.

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Riguardo all’abbigliamento adeguato per il viaggio venatorio in Africa, riassumo brevemente alcune indicazioni.

Se si caccia in Africa australe durante la nostra estate è bene portare capi pesanti, compresi guanti e cuffie di lana, per le prime ore del mattino e per la sera; durante il giorno ci si spoglia gradualmente, restando in maniche di camicia. L’abbigliamento deve essere rigorosamente anti strappo e il suggerimento è quello di vestirsi a strati, così da eliminare i capi superflui col crescere della temperatura.

Scarponcini comodi e già usati in precedenza eviteranno spiacevoli inconvenienti.

Un abbigliamento consono alla specifica zona di caccia è fondamentale.

In passato ho cacciato in molte zone umide come, per esempio, le paludi di Moyowoshi in Tanzania, al confine con Ruanda e Burundi. Qui papiri, erbe palustri e, soprattutto, acqua, la fanno da padroni e ricordo ancora l’impaccio derivante dall’inadeguatezza del mio vestiario, in particolare delle calzature. I pantaloni di cotone pesantissimo e gli scarponcini di cuoio, una volta in acqua, si inzuppavano e si riempivano di fango.

I pantaloni divenivano così pesanti, una volta bagnati, che sollevare una gamba era uno sforzo faticoso. Forse anche questo ostacolo giocò nella perdita di un magnifico sitatunga comparsomi di fronte all’improvviso mentre cercavo di recuperare una delle calzature inghiottita dalla mota.

Di questa esperienza mi sono ricordato durante un recente viaggio in Mozambico alla ricerca di bufali nel delta dello Zambesi, sapendo che avremmo cacciato in prati allagati, paludi profonde, distese di canne e papiri. Per le giornate a mollo, ho adottato leggerissimi pantaloni in cotone che, pur bagnati, mantenevano una notevole leggerezza e scarpe da ginnastica in tela, tipo le vecchie Superga blu di quando eravamo ragazzini. In alternativa ho indossato un paio di calzature in neoprene sottratte alla mia attrezzatura da sub e ovviamente, nella zona boschiva, i classici scarponcini da bush.

In generale sconsiglio di imitare quei cacciatori professionisti che camminano a piedi nudi nella polvere e nel fango: il rischio minore è quello di portarsi al campo qualche zecca o qualche sanguisuga.

Graffi e ferite non sono casi infrequenti in un safari: è, dunque, buona cosa munirsi di disinfettanti, creme antistaminiche e spray antizanzare da usare però solamente al campo: il loro profumo, come quello di deodoranti e dopo barba, viene percepito dagli animali selvatici anche a grande distanza.

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Vi consiglio, davanti al fuoco del campo, un buon gin and tonic o un birrone ghiacciato. Sono gli escamotage migliori per tenere lontane le zanzare…

In bocca al lupo.

Luca Bogarelli

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