Terrier da caccia: piccoli guerrieri dalle grandi imprese

Published On: 21 Maggio 2025
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La caccia in tana rappresenta una delle forme più antiche, selettive e tecnicamente complesse dell’arte venatoria. In questo contesto, poche categorie cinofile possono vantare la stessa rilevanza storica e funzionale dei terrier da caccia.

Non si tratta semplicemente di cani “piccoli”, ma di ausiliari specializzati, forgiati da secoli di selezione rigorosa in ambienti rurali, dove il valore di un cane si misurava sul campo e non nei ring di bellezza.

Dotati di morfologie adattate all’ambiente sotterraneo e di una tempra fuori dal comune, i terrier si sono affermati come strumenti indispensabili per il cacciatore moderno, soprattutto laddove la selvaggina si rifugia in luoghi inaccessibili all’uomo o ad altri ausiliari. Studiare la storia, l’evoluzione e le caratteristiche delle razze di terrier da lavoro significa comprendere le radici profonde della caccia selettiva, del rapporto tra uomo e cane, e di un’eredità culturale che ancora oggi vive e si rinnova nelle nostre campagne e nei nostri boschi.

Terrier da caccia

In una radura ai margini di un antico bosco, quando l’alba colora di rame il sottobosco e la selvaggina si muove silenziosa fra le fronde, accade spesso che i protagonisti della scena non siano i cani al galoppo né le maestose razze da ferma, ma piccole sagome compatte, occhi fissi sulla tana e orecchie drizzate in ascolto. Sono i terrier, cani dal cuore fiero e dall’animo indomito, forgiati nei secoli per inseguire la selvaggina nel buio delle tane, per stanare volpi e tassi dai loro rifugi, per portare a termine, con intelligenza e ardimento, missioni in cui anche i più grandi esitano.

C’è qualcosa di profondamente epico nel modo in cui questi piccoli guerrieri affrontano la caccia. Non hanno paura del buio, né delle strettoie né del confronto diretto con animali ben più grandi di loro. Non temono le spine, il freddo, la fatica o il pericolo: si infilano nei meandri sotterranei seguendo solo l’istinto e la voce del cacciatore. Sono cani nati per l’azione, per risolvere, per sorprendere.

Tenacia, coraggio, istinto: i tratti dei veri terrier

Il nome “terrier” deriva dal latino terra, e non a caso: questi cani lavorano letteralmente “nella terra”, ovvero all’interno delle tane, nei cunicoli, tra le radici contorte degli alberi e le pieghe nascoste del terreno. Lì dove la luce non penetra e la selvaggina si rifugia per sfuggire alla caccia, il terrier entra in scena.

terrier

Nati per la caccia in tana, i terrier sono cani robusti, agili, veloci e dotati di un coraggio smisurato in proporzione alla loro taglia. Possono sembrare piccoli a uno sguardo distratto, ma in realtà sono costruiti per resistere: torace stretto, spalle mobili, pelo ruvido che li protegge dai rovi e dai morsi, artigli forti per scavare, fiuto finissimo e, soprattutto, un’indole che non conosce la resa.

La loro mente è tanto affilata quanto il loro istinto: sanno decidere in autonomia, sanno come muoversi in silenzio, come aggirare una volpe e come bloccare un tasso nel punto esatto della tana. Sono indipendenti ma devoti, spesso testardi ma sempre motivati. E non si arrendono mai.

Dalla campagna alle mute da caccia, fino al bosco moderno

Nel corso del tempo, il ruolo dei terrier si è evoluto. Da semplici “cani da fattoria” sono diventati membri irrinunciabili delle mute da caccia alla volpe in Inghilterra e poi in tutta Europa. La loro abilità non passava inosservata: erano gli unici capaci di completare il lavoro dei grandi segugi, entrando in tana e facendo uscire la volpe per il colpo finale.

Oggi, il terrier da caccia è ancora uno strumento preziosissimo: è utilizzato nella caccia in tana a volpe, tasso e coniglio, nel recupero della selvaggina ferita, nella caccia in battuta al cinghiale (come cane da spinta o segnalatore), e perfino nella caccia agli ungulati, dove accompagna i segugi segnalando la presenza in zone impervie. Alcuni vengono usati anche in acqua o come cani da cerca in bosco fitto.

Nonostante il tempo e le mode, il loro spirito non è cambiato: sono ancora oggi cani da lavoro, veri ausiliari del cacciatore. E anche quando vengono scelti come compagni da compagnia, mantengono intatto l’istinto di caccia, la voglia di esplorare, il bisogno di muoversi, scavare, scoprire.

Piccoli nel corpo, immensi nell’anima

I terrier da caccia non sono cani per tutti. Richiedono tempo, dedizione, rispetto e una guida autorevole. Ma chi ha la fortuna di condividerci la vita – e magari anche la caccia – sa che non esistono cani più leali, più capaci, più coraggiosi.

Sono gli esploratori del sottosuolo, i sentinelle del bosco, i più grandi tra i piccoli. E in ogni battuta, in ogni tana, in ogni passo nella selva, dimostrano quanto valore ci sia nel coraggio silenzioso, nella passione radicata e nell’istinto antico di cacciare non per esibizione, ma per natura.

Box storico temporale: L’evoluzione dei terrier da caccia

📜 XIV – XV secolo

Nelle campagne inglesi e scozzesi iniziano a essere allevati piccoli cani da lavoro per proteggere pollai e magazzini agricoli da predatori e roditori. Sono i progenitori dei terrier.

🔨 XVI secolo

Le prime cronache scritte riportano l’uso di “terrier” per la caccia in tana a volpi e tassi. Questi cani vengono utilizzati dai contadini e dagli allevatori, spesso incrociati con altre razze da lavoro.

🎩 XVIII secolo – Età georgiana

Nasce la caccia sportiva alla volpe: i terrier diventano parte integrante delle mute nobiliari inglesi. La selezione si affina: si cercano cani piccoli, ma resistenti, in grado di completare la caccia iniziata dai Foxhound.

🧬 XIX secolo

Primi tentativi di formalizzare le razze: nascono i primi club e standard per Fox Terrier, Jack Russell e Scottish Terrier. Si comincia a differenziare tra “lavoratori” e “da compagnia”.

🛠 Inizio XX secolo

In Germania nasce il Jagdterrier, selezionato scientificamente come cane da caccia polivalente. Nascono nuove linee funzionali in Inghilterra: Lakeland, Fell, Patterdale.

📋 Metà – fine XX secolo

Le razze terrier da compagnia (come il Cairn o lo Scottish) si affermano nelle esposizioni, ma una linea di selezione da lavoro continua in silenzio nelle campagne. Nascono club e linee di sangue da caccia.

🏹 Oggi

I terrier da caccia sono riconosciuti come veri ausiliari professionali. Utilizzati in caccia in tana, battute al cinghiale, recupero su pista di sangue e caccia vagante. In alcune aree vengono persino usati in accoppiata con droni e GPS per localizzazione sottoterra.

JACK RUSSELL TERRIER

Descrizione fisica e caratteriale:

Piccolo ma potentissimo, il Jack Russell pesa tra i 5 e i 7 kg, con un’altezza che va dai 25 ai 30 cm. Il corpo è compatto e proporzionato, dotato di muscolatura asciutta, torace stretto e flessibilità eccellente, ideale per muoversi nei cunicoli. Il mantello è resistente e impermeabile, disponibile in tre varietà: liscio, spezzato e ruvido.

Il temperamento è esplosivo: è curioso, sempre in allerta, giocherellone ma determinato. In caccia, il Jack Russell si trasforma in un concentrato di energia e concentrazione, con uno spiccato senso dell’orientamento sotterraneo.

JACK RUSSELL TERRIER

Utilizzo venatorio:

Utilizzato principalmente per la caccia in tana, specialmente a volpe, tasso e districamento di cunicoli di coniglio selvatico. È perfetto per segnalare la presenza del selvatico senza eccedere in aggressività (qualità importante per evitare ferite in tana). Può anche essere impiegato per la caccia al cinghiale come cane ausiliare da spinta o per stanare animali nascosti in zone impervie.

Storia e selezione:

Selezionato nel XIX secolo in Inghilterra dal Reverendo John Russell, appassionato di fox hunting. Il suo obiettivo era ottenere un cane che potesse entrare nei cunicoli dopo la volpe e farla uscire senza ucciderla, mantenendo intatta la sportività della battuta. L’attenzione fu posta su taglia, resistenza, carattere e adattabilità ai cavalli da caccia.

PARSON RUSSELL TERRIER

Descrizione fisica e caratteriale:

Esteticamente simile al Jack, ma più alto (circa 30–36 cm) e con una struttura più squadrata e armoniosa. Il Parson è atletico, con zampe più lunghe che lo rendono più adatto al lavoro in superficie. Ha un muso allungato, orecchie a V e uno sguardo sempre vivo.

È un cane estremamente intelligente, capace di risolvere problemi sul campo e molto legato al proprio conduttore. Più calmo del Jack, ma ugualmente determinato nel lavoro.

Utilizzo venatorio:

Anche lui eccelle nella caccia in tana, ma grazie alla maggiore altezza, può lavorare con maggiore efficacia anche sopra terra, ad esempio accompagnando cani da seguita o segnalando la direzione della preda. Ottimo cane da segnalazione e ricerca su piccoli predatori.

PARSON RUSSELL TERRIER

Storia e selezione:

Deriva dallo stesso ceppo del Jack Russell. Fino agli anni ’90, le due razze erano considerate indistinte. La FCI ha ufficialmente separato le due tipologie nel 2000, definendo il Parson come il più “alto e slanciato”, pensato per cacce più dinamiche e versatili.

FOX TERRIER (RUVIDO E LISCIO)

Descrizione fisica e caratteriale:

Il Fox Terrier è un cane più alto (circa 38–41 cm), con un’ossatura forte e un portamento aristocratico. La versione a pelo ruvido ha un mantello denso, duro e arruffato, mentre quella a pelo liscio presenta un mantello corto, brillante e fitto. Entrambi hanno un muso affusolato e una grande espressività.

Dal punto di vista comportamentale, è estremamente audace, con una propensione naturale a confrontarsi anche con selvatici di grande carattere. È veloce, deciso e non tollera provocazioni.

Utilizzo venatorio:

Il Fox Terrier è stato uno dei primi cani usati nella caccia alla volpe, specialmente nei grandi domini inglesi. Scende in tana, lavora di voce per segnalare la posizione della preda e ha una forte resistenza. Inoltre, viene utilizzato nella ricerca di animali feriti (pista di sangue) e per smuovere selvatici nascosti in vegetazione densa.

FOX TERRIER

Storia e selezione:

Discende dai vecchi terrier da lavoro inglesi del XVIII secolo. I nobili inglesi lo resero celebre nelle cacce a cavallo, dove accompagnava mute di segugi e si infilava nei cunicoli a stanare la volpe. È una delle razze più rappresentate nei quadri di caccia dell’Ottocento.

BORDER TERRIER

Descrizione fisica e caratteriale:

Il Border è un cane di taglia piccola (5–7 kg), con una silhouette allungata e torace stretto. Ha un muso simile a quello di una lontra e un mantello ruvido che lo protegge da rovi, freddo e umidità. Lo sguardo è intenso, affettuoso, determinato.

È un cane rustico, capace di adattarsi a ogni terreno. A casa è mite e amichevole, ma in caccia tira fuori un’energia sorprendente. Si lega molto al cacciatore e ama il lavoro di squadra.

Utilizzo venatorio:

Specialista nella caccia in tana, ma adatto anche alla caccia vagante e in battuta grazie alla sua agilità e al suo istinto di seguita. È tra i pochi terrier che non disdegna l’acqua.

BORDER TERRIER

Storia e selezione:

Proviene dalla zona al confine tra Scozia e Inghilterra. Utilizzato da allevatori e cacciatori locali per tenere lontani i predatori dalle greggi. È stato selezionato con criteri molto pratici: un cane economico da mantenere, che resistesse al maltempo e fosse sempre pronto a entrare in azione.

LAKELAND TERRIER

Descrizione fisica e caratteriale:

Piccolo (6–8 kg), compatto, dal portamento elegante e proporzionato. Il pelo è duro, ruvido e necessita di stripping regolare. Ha un aspetto “nobile” ma non perde il carattere tenace del terrier.

Ha una grande vivacità, con un temperamento acceso, ma disciplinabile. Ama l’azione, è sicuro di sé e molto determinato quando è sul selvatico.

Utilizzo venatorio:

Il Lakeland è stato selezionato per la caccia alla volpe nelle regioni montuose, dove il terreno impervio richiedeva un cane piccolo ma molto resistente. È molto usato anche nella caccia a cinghiali giovani, dove si comporta come cane da disturbo e ausiliare.

LAKELAND TERRIER

Storia e selezione:

Originario del Lake District inglese, da qui il nome. Nacque per affrontare i percorsi più aspri dei fianchi montani e dei pendii erbosi dove le volpi si rifugiavano. Viene considerato un piccolo cavaliere dell’alta quota venatoria.

JAGDTERIER (TERRIER TEDESCO DA CACCIA)

Descrizione fisica e caratteriale:

Il Jagdterrier è un cane nero focato, compatto, di taglia medio-piccola (7–10 kg), dal mantello corto o spezzato, occhi scuri e penetranti. È estremamente atletico e determinato. Il carattere è forte, talvolta dominante, e necessita di una mano esperta per essere guidato.

Non è adatto alla vita da compagnia o a contesti cittadini: è un cane da lavoro puro, selezionato solo per la performance venatoria.

Utilizzo venatorio:

Utilizzato in caccia in tana, recupero su pista di sangue, caccia al cinghiale in muta, caccia vagante. Lavora bene in bosco fitto, non teme lo scontro con il selvatico e ha una voce potente e continua. Può essere usato anche per il lavoro in acqua o come cane da cerca.

Storia e selezione:

Creato in Germania negli anni ’20 da un gruppo di cacciatori tedeschi (tra cui Carl-Erich Grünewald e Walter Zangenberg), desiderosi di un cane completamente votato alla caccia. Incroci tra Fox Terrier e razze locali (come il Pinscher) portarono alla nascita di questo guerriero infaticabile, temuto dalla selvaggina e rispettato dai cinofili.

PATERDALE E FELL TERRIER

Descrizione fisica e caratteriale:

Sono terrier non riconosciuti ufficialmente da molti club cinofili, ma allevati per il lavoro sul campo. La taglia è minuta, il torace strettissimo, il pelo generalmente ruvido. Hanno una resistenza eccezionale e un’intelligenza adattiva elevatissima.

Sono spesso schivi, riservati con gli estranei, ma dotati di una determinazione senza pari in tana.

Utilizzo venatorio:

Specialisti assoluti nella caccia in tana alla volpe, spesso utilizzati da cacciatori professionisti per le battute più dure. Alcuni esemplari sono usati per la caccia notturna a procioni e opossum negli Stati Uniti.

PATERDALE E FELL TERRIER

Storia e selezione:

Nati nel nord dell’Inghilterra, in Cumbria e Yorkshire. Sono i discendenti diretti dei vecchi working terrier britannici, e vengono ancora oggi allevati esclusivamente in base alle prestazioni. La selezione segue una filosofia antica: il cane viene scelto solo se caccia bene, non importa l’aspetto.

CAIRN E SCOTTISH TERRIER

Descrizione fisica e caratteriale:

Entrambe razze rustiche, compatte, con testa grande, pelo folto e duro. Il Cairn è più piccolo e snello, lo Scottish è più massiccio e deciso. Hanno uno sguardo determinato e un’attitudine protettiva.

Oggi sono diffusi come cani da compagnia, ma non hanno dimenticato le loro origini di cacciatori.

Utilizzo venatorio:

Anticamente utilizzati per cacciare predatori di piccola taglia come donnole, faine e topi nelle Highlands scozzesi. Lavoravano in tane di sassi, tra i cumuli di pietre (da cui il nome “Cairn”).

SCOTTISH TERRIER

Storia e selezione:

Lo Scottish era il cane dei clan nobili scozzesi; il Cairn, invece, era diffuso tra i pastori. La selezione moderna ha valorizzato l’aspetto estetico, ma le antiche linee di sangue da lavoro ancora resistono in Scozia e in Irlanda.

I terrier nel cuore dei grandi: aneddoti e curiosità

Winston Churchill e il suo Fox Terrier “Rufus”

Il grande statista britannico Winston Churchill, noto amante degli animali, aveva un Fox Terrier a pelo liscio di nome Rufus. Il cane era il suo compagno inseparabile durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Si racconta che Rufus assistette a molte delle riunioni cruciali nei sotterranei di Downing Street, accoccolato vicino alla sedia di Churchill.
Una volta, durante una proiezione privata di un film, Rufus tentò di salire sullo schermo per “prendere” un cane apparso nella pellicola. Churchill gli sussurrò con tenerezza:
“No, Rufus. Non sei nel film.”

Fox Terrier

Rufus morì nel 1947 e fu sostituito da un altro Fox Terrier… che Churchill chiamò Rufus II. Il nuovo cane ricevette persino una coperta personalizzata con la scritta “Rufus II – la mia proprietà”.

🎨 Monet e il suo amore per i Cairn Terrier

Il celebre pittore impressionista Claude Monet adorava gli animali, in particolare i cani. Tra i suoi preferiti ci fu un Cairn Terrier, che lo accompagnava spesso nel suo giardino a Giverny. Non esistono molte immagini dirette del cane, ma si sa che Monet ne apprezzava il carattere indipendente, un po’ burbero ma fedele – non a caso, simile al carattere dello stesso artista.
Nei suoi diari si fa spesso riferimento alla presenza del terrier accanto a lui mentre dipingeva in plein air.

Cairn Terrier

🎬 Alfred Hitchcock e il suo Sealyham Terrier

Il maestro del brivido Alfred Hitchcock era appassionato di cani, in particolare dei terrier gallesi chiamati Sealyham Terrier. Possedeva diversi esemplari di questa razza, tutti bianchi, con nomi spesso stravaganti. I suoi terrier comparivano anche in alcune fotografie ufficiali, e si dice che Hitchcock ne portasse uno regolarmente sul set come portafortuna.

Sealyham Terrier

Durante un’intervista, gli fu chiesto quale animale preferisse. Rispose: “Un terrier. Perché è piccolo ma ti difende come un leone, ed è più intelligente di molti attori.”

🕵️‍♂️ Agatha Christie e il suo Fox Terrier

Anche la regina del giallo Agatha Christie era una nota amante dei cani, e possedeva un Fox Terrier molto vivace. Si chiamava Peter, ed è stato fonte d’ispirazione per diversi personaggi “canini” nei suoi romanzi. Peter compare anche in alcune sue fotografie in giardino, sempre pronto a inseguire qualcosa o a scavare una buca.

Fox Terrier

Si racconta che una volta, durante una firma di libri, Christie portò con sé Peter e dovette interrompere tutto perché lui cominciò ad abbaiare furiosamente contro un uomo… che poco dopo fu arrestato per furto!

🇺🇸 Theodore Roosevelt e i suoi terrier da lavoro

Il presidente americano Theodore Roosevelt, grande appassionato di caccia e natura selvaggia, possedeva diversi cani da caccia, tra cui Jack, un piccolo terrier noto per il suo coraggio spropositato. Jack era un cane da lavoro, utilizzato dallo stesso Roosevelt per cacciare tassi e opossum.

Un aneddoto famoso racconta che Jack affrontò da solo un procione aggressivo nel giardino della Casa Bianca, uscendone con qualche graffio ma vincitore. Roosevelt lo definì “un piccolo soldato con la pelle spessa e il cuore d’acciaio”.

📚 Virginia Woolf e il suo terrier “Grizzle”

La scrittrice inglese Virginia Woolf possedeva un terrier chiamato Grizzle, spesso presente nei suoi scritti e nei suoi diari personali. Grizzle era un Fox Terrier e faceva parte della sua vita quotidiana a Monk’s House. È stato ispirazione per alcuni tratti del personaggio di Flush, il cane protagonista di uno dei suoi romanzi biografici più teneri.

terrier "Grizzle"

📸 Audrey Hepburn e il suo Yorkshire Terrier “Mr. Famous”

Anche se non era un terrier da caccia, vale la pena citare Mr. Famous, il celebre Yorkshire Terrier di Audrey Hepburn. Lo portava ovunque – sul set, alle conferenze stampa, e persino in aereo.
La Hepburn diceva:
“Non c’è gioia più grande che tornare a casa e trovare il tuo cane che ti guarda come se fossi il centro dell’universo.”

Yorkshire Terrier

Il suo amore per Mr. Famous contribuì a rendere gli Yorkshire famosissimi a Hollywood… e nel cuore delle famiglie di tutto il mondo.

Conclusione: l’anima profonda dei terrier

I terrier da caccia sono cani di confine, tra la superficie e il sottosuolo, tra la calma apparente e il turbine dell’azione. Ogni razza ha la sua specificità, ma tutte incarnano lo stesso spirito: un’energia instancabile, una fedeltà totale al proprio compito e una capacità innata di affrontare l’ignoto senza paura.

Sono cani che non cercano l’approvazione, ma la conquista. Non si curano della fatica, ma la affrontano con il muso sporco di terra e gli occhi brillanti di emozione. E per chi ha la fortuna di cacciarci insieme, i terrier restano compagni indimenticabili, esempi viventi di come, a volte, il coraggio più grande possa avere le zampe più corte.

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